Ndrangheta, de Magistris : “Da Pm bloccato. Persi 10 anni e permesso malefatte”

Ndrangheta, imprenditori e politici. Il sistema criminale scoperto dalla Procura distrettuale di Catanzaro, convince il sindaco di Napoli a svelare l’inchiesta che gli venne revocata perchè contro uomini della politica nazionale.

L’operazione contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, denominata “Basso profilo”, svela un intrecciato sistema di potere criminale tra imprenditori, politici e mafiosi. I ‘colletti bianchi’ che di bianco non hanno più nulla e che, secondo le indagini, si sono votati agli interessi della ndrangheta. Il bilancio è di tredici persone in carcere e 35 ai domiciliari, con l’impegno di duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero. L’operazione coinvolge i maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonché esponenti della pubblica amministrazione collusi, secondo l’accusa, con le organizzazioni criminali. E’ stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro.

Tra i tanti commenti registrati, anche quello del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris prossimo candidato alla presidenza della Regione Calabria. “Il tempo si sta mostrando galantuomo. Negli anni tra il 2005 e il 2007, da Pm, nell’ambito dell’indagine Poseidone sulla depurazione delle acque, rifiuti e gestione del denaro pubblico in altri settori vitali della Regione Calabria, indagai, tra gli altri, per fatti gravi, l’allora segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, unitamente all’allora parlamentare e sottosegretario di Governo Giuseppe Galati“, ha detto De Magistris, ex sostituto procuratore di Catanzaro.
“Mentre ero in procinto di procedere anche alla richiesta di misure cautelari – aggiunge de Magistris – il Procuratore della Repubblica, invece di sostenermi, mi revocò l’indagine perchè iscrissi nel registro degli indagati anche il parlamentare Giancarlo Pittelli, all’epoca coordinatore regionale di Forza Italia. Senza voler entrare nel merito delle indagini degli ultimi tempi, a cui va il mio sostegno, Cesa, ancora come allora segretario nazionale dell’Udc, viene oggi indagato per fatti altrettanto gravi. Galati è stato in tempi recenti anche coinvolto in indagini per fatti gravissimi. Pittelli è stato arrestato nel dicembre del 2019 per associazione mafiosa.
Abbiamo perso dieci anni, quante ne hanno fatte loro ed altri in questi anni ai danni della Calabria e dei calabresi”.

Una dichiarazione che potrebbe essere destinata ad aprire un’altra importante voragine nel mondo della giustizia evidentemente non libera di fare il proprio lavoro. Esempi di cattivo onore alla toga, d’altronde se ne trovano ovunque e non è salva la Campania, in alcune province e per alcuni uomini politici di sinistra, in particolare. Chissà, forse anche per questi casi dovranno passare altri dieci anni prima che qualche ex togato possa dirlo. Tina Cioffo

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