Ndrangheta- Business dei rifiuti in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna

Operazione Dda di Milano: Le mani della ‘ndrangheta su un traffico illecito di 10 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, comprese 16 tonnellate di rame trinciato radioattivo. E’ l’accusa che ha portato all’arresto di 18 italiani (10 in carcere e 8 ai domiciliari) e al sequestro preventivo di denaro e quote societarie per un valore complessivo di 120 mila euro tra Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna.

Duro colpo alla ‘Ndrangheta al Nord. Diciotto persone sono state arrestate (10 in carcere e 8 ai domiciliari) su disposizione del Gip di Milano per traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoriciclaggio, usura ed estorsione. Il blitz è avvenuto contemporaneamente in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna e ha consentito di smantellare il sodalizio mafioso capeggiato da Cosimo Vallelonga nel Lecchese. Considerato un esponente di spicco delle ‘ndrine lombarde, Vallelonga aveva già alle spalle una condanna per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione ‘La notte dei fiori di San Vito’ di metà anni ’90 e dell’operazione ‘Infinito’ del 2010. Una volta scontata l’ultima condanna, avrebbe ripreso i contatti, ricevendo altri esponenti della ‘Ndrangheta nel suo ufficio all’interno del negozio ‘Arredo mania’ di La Valletta Brianza, per dirimere controversie, concordare nuove strategie ed eludere i controlli dell’autorità giudiziaria. Non solo. Avrebbe incontrato anche imprenditori locali, sia per prestiti a tassi usurari, sia per riciclare i proventi delle attività illecite. Suo uomo di fiducia è Vincenzo Marchio, figlio di Pierino, già condannato come affiliato di spicco della ‘locale’ di Lecco, storicamente facente capo alla famiglia Coco Trovato, egemone sul territorio fin dagli anni ’60.

La rotta dei rifiuti

Vallelonga, secondo la Procura milanese, ha organizzato con i suoi sodali “un’imponente” attività di traffico illecito di rifiuti, oltre 10mila tonnellate, attraverso imprese operanti nel settore del commercio di metalli ferrosi e non ferrosi. I documenti di trasporto e i formulari di identificazione dei rifiuti venivano alterati, mentre una fitta rete di società ‘cartiere’ avrebbe annotato fatture false per circa 7 milioni di euro. Nel corso delle attività è stato sequestrato anche un pericoloso carico di rifiuti radioattiviti, composto da 16 tonnellate di rame trinciato proveniente dalla provincia di Bergamo, bloccato dalla Polizia stradale di Brescia nel maggio 2018. Il denaro necessario per gli acquisti in nero del materiale ferroso arrivava da conti correnti intestati a prestanome da cui venivano effettuati prelievi quotidiani in sportelli bancari e postali, per circa 30 milioni di euro in un triennio.

I proventi illeciti sono stati riciclati in nuove attività imprenditoriali nel commercio di auto e nella ristorazione, oltre che nella gestione dei rifiuti. Nonchè per erogare prestiti a tassi d’usura. Ricostruiti almeno 8 episodi di persone in difficoltà economiche, tra cui diversi imprenditori lombardi; circa 750mila euro, con interessi fino al 40% annuo. Per recuperare il denaro le vittime sono state minacciate di morte, anche con l’uso di armi.

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