Il problema di Mondragone non è solo il Covid. La visita di Salvini ha creato tensioni ma c’è il rischio alto che risolto il contagio, di quel che accade negli ex Palazzi Cirio, e non solo, nessuno se ne occupi.Allarme del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale.
Un ragazzo ferito, tre cariche della polizia, un comizio spento sul nascere e la tensione alle stelle. Il bilancio della visita di Matteo Salvini, leader della Lega a Mondragone non è di quelli buoni. Il rischio più alto è che terminata l’ondata mediatica nata dal contagio Covid 19 negli ex Palazzi Cirio, ci si dimentica di quello che in quella zona accade da anni e sotto gli occhi di tutti. Compresi i parlamentari e i consiglieri regionali del litorale Domitio che ancora si preparano ad un’altra campagna elettorale con i soliti temi spot. Lì c’è un problema serio e forse anche più grave del Covid 19. C’è una schiavitù legalizzata e nascosta agli occhi dei falsi moralisti. Uomini e donne trattate come merce. Ad intervenire sul mercato della disperazione umana, è il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, il portavoce è Giuliano Ciano. “A Mondragone in provincia di Caserta nell’ex palazzo Cirio risiede una nutrita comunità bulgara , diventata improvvisamente visibile al mondo per un focolaio di influenza covid. Alla luce ritornano con forza le centinaia di periferie italiane dove un esercito di braccia(nti) viene impiegato in agricoltura , a Mondragone senza contratto e documenti , ma anche dal Piemonte alla Sicilia non è diverso”, dice Ciano che non lesina la carica della denuncia.
“La situazione prima e dopo decreto caporalato non è cambiata, altro che contratti e calcolo delle ore lavoro , qui va introdotto il principio della concorrenza sleale nella disumanità del capitalismo. L’ agricoltura tutta non può non avere come priorità questa battaglia di civiltà, ci piacerebbe vedere – continua il portavoce del Forum- la forza politica dei cartelli sindacali agricoli far fronte comune nella risoluzione di questi fenomeni. In questi non-luoghi ci sono invisibili che permettono al settore di reggere le doppie aste speculative per le passate di pomodoro”. Ed ecco che la storiella del ‘va tutto bene o almeno meglio’, crolla come un malfatto castello di sabbia. Nei campi, di schiene curve sotto il sole e senza alcuna garanzia se ne vedono tante.
“Bisogna scegliere da che parte stare – insiste Ciano- l’ agricoltura sociale non è una pratica di marketing ma una visione per migliorare il mondo.Combattere il caporalato e le ingiustizie è agricoltura sociale, girare la faccia o fare finta di niente è ipocrisia. Per ora lo Stato ed il mondo agricolo ha scherzato, il caporalato è come la mafia, per generare profitti ha bisogno di noi, delle nostre case da fittare in nero, delle nostre vigne da raccogliere, l’ agricoltura sana tuteli se stessa, invada le piazze con i suoi colori , questa volta per la dignità umana”. Tina Cioffo
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