Michele Zagaria violento in carcere, a giugno sarà processato

Michele Zagaria, capo clan dei Casalesi per il cartello di Casapesenna, a giugno sarà processato per danneggiamento, lesioni e minacce.

Michele Zagaria ritenuto capo del cartello camorristico del clan dei Casalesi, oggi ergastolano, a giugno sarà processato per danneggiamento, minacce e lesioni. La Procura di Milano lo ha rinviato a giudizio per quanto è avvenuto nel carcere di Opera a Milano, dove Zagaria era detenuto prima di essere trasferito al penitenziario di L’Aquila e poi circa un mese fa a Tolmezzo.

La violenza in carcere contro tutto e tutti

Michele Zagaria a Milano ruppe telecamere e finestre, minacciò il direttore e gli agenti della polizia penitenziaria. Ad un agente in particolare disse: «Se quel rapporto esce dalla sezione io prendo 15 giorni di isolamento…deve cancellare dal rapporto la parte dove io le dico di avvicinarsi di più al cancello della cella per aggredirla, oppure deve strappare il foglio». Minacce che non ha risparmiato neppure a psichiatri ed al direttore del carcere. Tra le contestazioni anche l’aver dato due schiaffi ad un poliziotto penitenziario, l’aver rotto la telecamera che lo monitorava con un bastone e la finestra della sua cella.L’ex capo clan di Casapesenna fu arrestato il 7 dicembre del 2011, dopo 15 anni di latitanza protetto dai suoi fedelissimi. Fra i suoi sodali ci sarebbero anche degli imprenditori non ancora individuati che continuano ad esercitare interessi economici e politici.

A marzo in un’udienza del processo scaturito dall’inchiesta ‘Nereide’ a carico delle donne della famiglia Zagaria, sorelle e cognate di Michele alias ‘capastorta’, la pazienza la perse pubblicamente difendendo una nipote in particolare, la figlia di Francesca Linetti e del fratello Pasquale, citata da Fabio Gargiulo,maggiore della Dia, mentre spiegava al tribunale il sistema economico garantito dal gruppo criminale alla famiglia Zagaria.

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