Condividevano foto e video di violenze sessuali su minori e anche neonati, sui canali Telegram e Whatsapp, l’operazione contro la pedopornografia on line, li ha finalmente scoperti. Le indagini sono state coordinate dalla procura di Milano e condotta dalla Polizia Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma. “Sono coinvolti affermati professionisti, operai, studenti, consulenti universitari, pensionati, impiegati privati e pubblici, tra cui un vigile urbano”. “La più grande degli degli ultimi anni”, sottolineano gli investigatori, che si sono avvalsi anche di agenti sotto copertura infiltrati per due anni nelle chat dei pedofili.
Dei 159 gruppi individuati dagli investigatori della Postale, gli investigatori, diretti dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Letizia Mannella, hanno individuato 432 utenti attivi su gruppi e canali Telegram e WhatsApp “finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori, a volte anche neonati”.
Sedici erano “delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti”. Le indagini hanno così liberato bambini e bambine dalla morsa violenta di ‘mostri’ che rubano l’esistenza delle loro vittime, condannandole ad un perenne stato di inadeguatezza e sfiducia. Per quanto la pedofilia sia annoverato come un disturbo mentale e pertanto trattabile e curabile, è molto difficile non restarne impressionati con assoluto ribrezzo e condanna. In ogni “stanza” c’erano regole ben precise per limitare dal massimo l’esposizione e il possibile tracciamento da parte delle forze dell’ordine. Appena c’era il sentore di un pericolo, l’utente veniva espulso dal gruppo. Il 35% degli 81 italiani indagati dalla Postale milanese si concentra tra Lombardia e Campania. Tra questi ci sono un 71enne napoletano di professione ottico e con collaborazioni universitarie, e un 20enne veneziano disoccupato. I due sono ritenuti i promotori e gestori dei gruppi, attraverso i quali reclutavano altri complici da ogni parte del mondo. Questo carattere di transnazionalità accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti infiltrati. Sono infatti 351 gli utenti stranieri coinvolti nell’indagine, ognuno pedinato online fino all’individuazione. Tina Cioffo