Ecco le tracce della prima prova scritta degli esami di maturità
Oggi alle ore 8:30 è partita la prima prova scritta, iniziano così gli esami per i 526mila maturandi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha mandato ieri sera un messaggio di auguri a tutti i ragazzi: “Cari maturandi, in questa notte così speciale e simbolica per la vostra vita io voglio rivolgere a ciascuno di voi un incoraggiamento“, ha detto la premier, “importante non solo risultato finale, ma anche il percorso“.
“So quanto impegno, quanta dedizione, quanto coraggio abbiate messo per arrivare fin qui e so che a volte può essere stato difficile. Ma ogni pagina studiata in questi anni e ogni ora dedicata allo studio vi avvicina alle vostre aspirazioni, forse perfino ai vostri sogni. Perché l’importante non è solo il risultato finale che si raggiunge, ma è anche il percorso che si intraprende per arrivare a quel risultato“, ha detto Meloni rivolgendosi ai ragazzi che sosterranno le prove di maturità.
“Cari maturandi, in questa notte così speciale e simbolica per la vostra vita io voglio rivolgere a ciascuno di voi un incoraggiamento. È solo l’inizio di una grande avventura: date il massimo e ricordate che siete molto più forti di quanto perfino voi pensate. In bocca al lupo!“, ha continuato.
Ecco le tracce della prima prova scritta degli esami di maturità:
proposta A1 (analisi e interpretazione di un testo letterario italiano)
Proposta A2
Proposta B1 (analisi e produzione di un testo argomentativo)
Proposta B2
Proposta B3
Proposta C1 (riflessione critica di carattere espositivo argomentativo su tematiche di attualità)
Proposta C2
Ecco quali sono state le tracce sviluppate dai ragazzi durante la prima prova di maturità dell’anno scorso:
L’anno scorso la traccia più scelta tra tutte è stata la C2, ovvero il tema di attualità sull’elogio dell’attesa e Whatsapp. A seguire le tracce di tipologia B e l’analisi del testo, scelta dall’11% dei ragazzi.
A far preoccupare gli studenti è il cosiddetto “capolavoro”, una sezione all’interno dell’E-portfolio dello studente. In una circolare il direttore generale del ministero Maria Assunta Palermo chiarisce di cosa si tratta: “Il termine ‘capolavoro’ non va inteso nella sua accezione più diffusa, vale a dire come un’opera somma, unica e universalmente riconosciuta per il suo valore di eternità. Si tratta piuttosto di strumento che consenta agli studenti di riflettere e saper individuare una realizzazione ritenuta come migliore e maggiormente rappresentativa dei progressi compiuti, delle competenze sviluppate durante l’anno scolastico. La scelta potrà riguardare un prodotto di qualsivoglia tipologia, realizzato senza limitazioni sotto i punti di vista della tecnica, dei mezzi realizzativi: la sua creazione, infatti, può avvenire anche fuori dell’ambiente scolastico, e può essere frutto di attività cooperative e collaborative”.
Che tipo di studenti erano Giorgia Meloni, Schlein o Salvini?
La presidente del Consiglio, diplomata in lingue con 60/sessantesimi, ha raccontato di essere stata una studentessa “da ultimo banco: 7 in condotta e media del 9“. “Ero sicuramente una che andava bene a scuola ed ero già impegnata politicamente. Organizzavo parecchie proteste studentesche, tra l’altro a destra e quindi non ero proprio amatissima dai professori. Sapevo che non potevo permettermi di andare male, ha continuato. “Non è che studiassi tanto, però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell’interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata”, ha raccontato.
Elly Schlein ha detto: “Sono stata costretta a candidarmi per il consiglio di facoltà e ricordo la fatica di dare i volantini perché sono timida: alla fine ho ottenuto 71 voti”. “Ero una pessima studentessa, una di quelle che andava bene ma che si riduce a studiare nelle ultime 48 ore, in extremis, che si applica quando sente la pressione. Il paradosso è che, andando bene, passavo anche per secchiona”.
Il leader del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte ha detto di essere stato “uno studente che studiava”. E Salvini? “Se potessi tornerei agli anni del Manzoni a Milano, con i miei italiano e latino allo scritto, greco e storia all’orale, e un 48 finale“, ha raccontato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Ero un alunno discreto, con le bigiate e le autogestioni che andavano fatte. Rimandato solo una volta, in primo liceo, in matematica. Per alcuni versi è ancora così. Dopo 35 anni confesso ancora il mio astio nei confronti delle disequazioni”.
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