di Tina Cioffo Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini è stato convocato da Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia. Dopo tanti inviti senza risposta arriva invito formale.
La Commissione parlamentare antimafia ha formalmente convocato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Lo ha reso pubblico, il presidente Nicola Morra, che aveva già chiesto di audire il ministro nel mese di dicembre. A quella convocazione da parte dell’antimafia per capire lo stato dell’arte della lotta alla criminalità organizzata e quali linee guida ha assunto il Viminale, Salvini non ha però mai dato risposta. Il presidente Morra, allora ha reiterato l’invito con numerose sollecitazioni informali ma da parte del ministro anche queste sono rimaste mute. Oggi, il carteggio tra la Commissione ed il ministro dell’Interno è stato in qualche maniera reso pubblico.
“Ho richiesto con lettera ufficiale in data 7 maggio 2019 la convocazione del ministro dell’Interno Salvini in commissione Antimafia. Lettera ufficiale che è partita solo dopo numerose sollecitazioni informali per fissare una data di audizione già dalla terza settimana d’insediamento della commissione stessa. Il rispetto istituzionale – spiega Nicola Morra- avrebbe richiesto una veloce risposta alle interlocuzioni informali anche per dare precedenza a chi è preposto con le sue linee guida alla lotta alla mafia. La lettera ufficiale è solo l’ultimo passaggio che oggi, anche alla luce dei nuovi arresti in Sicilia, mi vede costretto a renderlo pubblico e ribadire l’urgenza dell’audizione del ministro Salvini”.
A questo punto, a Salvini non resta che accettare anche perché le convocazioni da parte della Commissione parlamentare Antimafia, rientrano nelle normali attività di audizione riservate ai diversi ministri. Il ministro dell’Interno, dovrà dire che cosa intende fare per contrastare mafia, camorra, ndrangheta e mafia foggiana. Non solo dati delle operazioni di polizia ma interventi politici per allargare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e chissà se si parlerà anche delle decisioni che il Viminale sta prendendo per il riconoscimento delle vittime innocenti della criminalità organizzata. Le numerose istanze rigettate, gli appelli che il Ministero dell’Interno, e dunque è immaginabile per stesso impulso del ministro Matteo Salvini o chi per essi, contro le sentenze dei Tribunali, non danno il senso di uno Stato vicino e solidale con le vittime. Il recente caso di Pasquale Pagano, ne è la dimostrazione. La richiesta per vederlo riconosciuto vittima innocente della camorra, così come stabilito da una sentenza definitiva è stata respinta ed è stata rigettata anche la recente ordinanza del Tribunale di Roma che aveva accolto il ricorso della moglie e delle figlie di Pagano, ammettendole al risarcimento.
Nel Casertano, i familiari delle vittime hanno tentato di parlargli ma al di là del selfie di ordinanza, Salvini non ha fatto altro. Un dossier che illustra la preoccupante situazione di discriminante trattamento tra una vittima e l’altra, Salvini l’ha ricevuto già a settembre, inviatogli da associazioni come Comitato don Peppe Diana, Libera Caserta, Coordinamento campano dei familiari delle vittime insieme al sindaco di Casal di Principe e al testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana, Augusto Di Meo. I numeri dei morti ammazzati da colpi vaganti, per errore o perché avevano denunciato estorsori e camorristi in Campania, sono da guerra. Altri se ne stanno scoprendo, seppure a fatica, grazie ad indagini lunghe e faticose.
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