Aveva tentato di difenderlo e di proteggerlo ogni volta, ritrattando le denunce per maltrattamento e percosse. Era la madre e per quell’unico figlio Filomena Sorvillo, sentiva un amore viscerale. Un amore che però non è stato sufficiente a riportare Marco Mattiello, alla serenità. Stamattina il triste epilogo di una situazione piena di disagi, cominciata già da qualche anno: il figlio ha ucciso la madre settantenne a colpi di botte.
“Proprio una settimana fa – ha detto una cugina- le avevamo consigliato di allontanarsi dal figlio ma non ha voluto sentire”. Già altre volte era infatti capitato che la signora venisse picchiata e che intervenissero i carabinieri allertati dai vicini di casa. Madre e figlio vivevano insieme in un appartamento di via via Filangieri al pian terreno di una palazzina di Parco Wojtyla al civico 6 di Orta di Atella. La situazione di degrado della casa è stata immediatamente rilevata dagli inquirenti e dal Sostituto procuratore Giovanni Corona del Tribunale Napoli Nord, intervenuto sul posto per gli accertamenti di rito. In casa vivevano anche un cane ed un gatto ma probabilmente non in condizioni adeguate. Il cane è stato portato via dalla protezione animali poco prima delle 13 mentre per il gatto deve ancora essere trovata una sistemazione. Gli animali vivevano nella stessa camera di Marco Mattiello, lo spazio della stanza è stato trovato in un’igiene precario difficile anche da esaminare.I carabinieri della scientifica hanno continuato a lavorare per tutta la mattinata, fotografando e rilevando ogni cosa possibile nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita della povera madre. I carabinieri al comando del capitano Luca D’Alessandro della compagnia di Marcianise sono arrivati sul posto allertati da un parente chiamato dal ragazzo. Al telefono Marco Mattiello avrebbe detto “ho fatto una cosa brutta”, mentre in caserma avrebbe poi aggiunto che voleva suicidarsi e che la mamma glielo voleva impedire. Pare facesse uso di psicofarmaci e che avesse un passato di tossicodipendenza ma la vicenda è ancora in corso di accertamenti.
Dai primi rilievi, secondo quanto emerso fino a questo momento, i farmaci non sono però stati trovati. In giornata sarà trasferito al carcere di Poggioreale. Le testimonianze dei parenti e dei vicini d casa, saranno utili a tracciare la lunga storia di vessazioni subite da Filomena Sorvillo che aveva avuto quel figlio anche se il padre del ragazzo non ha mai voluto esserle accanto. “Era una ragazza madre, che aveva voluto quel bambino con tutte le sue forze”, hanno continuato le persone del vicinato che la conoscevano o la incontravano per caso.
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