
C’è bisogno di spazi reali dove i ragazzi possano raccontarsi, ascoltare e capire. Ed è proprio quello che è successo al Liceo James Joyce di Ariccia, dove si è svolto un incontro speciale targato “Mangio dopo!”, iniziativa nata per aprire un dialogo serio e rispettoso sui disturbi alimentari tra studenti, esperti e istituzioni.
L’evento, fortemente sostenuto da Edy Palazzi, consigliera della Regione Lazio, e da Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, ha visto la partecipazione attiva di figure chiave come psicologi, nutrizionisti e professionisti della salute mentale, tutti impegnati a dare voce a un malessere spesso invisibile ma diffuso.
Un tema difficile affrontato con empatia e coraggio
Il progetto nasce da un’urgenza sempre più tangibile: tanti adolescenti vivono un rapporto complesso con il cibo e con la propria immagine. Parlarne, senza filtri né giudizi, è il primo passo per riconoscere il problema. Edy Palazzi, promotrice della proposta di legge n. 133 del 12 febbraio 2024, ha sottolineato l’importanza di dare un supporto concreto a chi affronta questo tipo di fragilità: «Prevenzione ed educazione sono le nostre armi più forti. Per questo sono qui: per ascoltare i ragazzi e costruire con loro un futuro più sano e consapevole».
Anche Barbara Molinario ha ricordato quanto sia fondamentale portare questi messaggi nelle scuole: «La cultura del rispetto e della salute nasce tra i banchi, con il confronto, l’ascolto, la condivisione. Solo così possiamo generare un vero cambiamento».
Emozioni, fragilità e un decalogo per ritrovarsi
Tra gli interventi più intensi, quello della nutrizionista Emanuela Castellaneta, che ha messo al centro il valore emotivo del cibo: «Mangiare non è solo nutrirsi. È un gesto carico di significato. E quando qualcosa non va, spesso si manifesta proprio lì, nel rapporto con il piatto, con lo specchio, con il corpo». La sua voce ha accompagnato i ragazzi in una riflessione concreta e delicata sulla necessità di riconoscere i segnali d’allarme senza vergogna.
La psicologa Lucia Dori Sabella ha poi raccontato come dietro ai comportamenti alimentari si nascondano insicurezze profonde, spesso legate a un bisogno di controllo, all’ansia da giudizio, o alla fatica di accettarsi: «Il silenzio isola, ma aprirsi può diventare liberazione. Anche solo ascoltare l’altro può accendere una scintilla».
Per rendere tutto ancora più chiaro e vicino ai ragazzi, è stato distribuito un decalogo semplice e potente, che racchiude i messaggi fondamentali dell’incontro: ascoltarsi, non punirsi, lasciarsi guidare dal piacere di vivere il cibo e il proprio corpo con naturalezza.
La salute parte dal rispetto di sé
Il cuore del messaggio è chiaro: la salute non si misura in chili né si conquista con la privazione. È fatta di equilibrio, accettazione e cura, ogni giorno. Il progetto “Mangio dopo!” vuole accompagnare i ragazzi in questo percorso con strumenti pratici, ma soprattutto con un linguaggio accessibile, sincero, reale.
Il successo dell’incontro al Liceo Joyce non sta solo nei numeri, ma nelle emozioni condivise, nelle domande sincere, negli occhi attenti. Perché quando i giovani capiscono che non sono soli, iniziano davvero a credere in un cambiamento possibile.
E questa, forse, è la conquista più grande.