Macron ha convocato le elezioni dopo i risultati delle europee, cosa succederà?

Perché il presidente Macron ha convocato le elezioni anticipate? Come hanno reagito i partiti di sinistra? Cosa succederà ora?

Alle elezioni europee in Francia, il partito di opposizione e di estrema destra Rassemblement National ha ottenuto oltre il doppio dei voti rispetto alla lista del presidente Emmanuel Macron.

Dopo la diffusione degli exit poll domenica sera, Macron ha sorpreso tutti annunciando lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese, e la convocazione anticipata delle elezioni legislative, con il primo turno fissato per il 30 giugno e il secondo per il 7 luglio.

L’annuncio di Macron ha suscitato reazioni da parte di tutti i leader dei partiti francesi, avviando subito ipotesi e trattative in vista delle elezioni. Di fatto, la campagna elettorale appena conclusa è immediatamente ripartita.

Macron ha convocato le elezioni subito dopo il risultato delle europee, cosa accadrà?

Sebbene Macron non fosse obbligato a convocare le legislative, alcuni giornali francesi suggeriscono che questa mossa fosse stata preparata in anticipo, in previsione dei sondaggi che pronosticavano un risultato storico per il Rassemblement National, poi effettivamente realizzatosi.

Jean-Luc Mélenchon, leader del partito di sinistra La France Insoumise (FI), ha espresso rammarico per la decisione del presidente Macron di non “mettere in gioco il suo mandato” ma di “sciogliere l’Assemblea nazionale, rimandando a casa gli unici con una legittimità superiore alla sua” (ossia i deputati).

Macron ha convocato le elezioni dopo i risultati delle europee, cosa succederà?
Macron ha convocato le elezioni dopo i risultati delle europee, cosa succederà? – EPA/ANDRE PAIN – Ireporters.it

 

Secondo il giornale Le Monde, persone vicine a Macron hanno spiegato che lui non ha mai pensato di mettere in discussione se stesso, citando le famose parole di François Mitterrand, che in una situazione simile all’inizio degli anni Novanta disse: “Il mio ruolo cambierà, ma non la mia posizione”.

Convocare le elezioni legislative comportava un rischio per Macron, ma era in parte inevitabile: da tempo il presidente affrontava problemi di popolarità dovuti a riforme e misure controverse.

Era stato accusato di essere distante dalle persone, di governare in modo autoritario e di accentramento del potere, spesso utilizzando l’articolo 49.3 della Costituzione per forzare l’approvazione di leggi senza il voto dei deputati.

Nelle elezioni legislative del 2022, la sua coalizione ha perso la maggioranza assoluta in parlamento, costringendolo a negoziare costantemente con altre forze politiche.

Invece di affrontare altri tre anni difficili fino alle prossime presidenziali nel 2027, durante i quali avrebbe potuto essere pressato a dimettersi, Macron ha scelto di prendere l’iniziativa, decidendo di rilanciare il suo mandato rimanendo al centro della politica francese, evitando così di subire gli attacchi e le pressioni degli avversari.

Se le prossime elezioni per l’Assemblea nazionale rifletteranno l’ottimo risultato dell’estrema destra ottenuto alle europee, si potrebbe avere un presidente e un capo del governo appartenenti a partiti diversi.

Questa situazione, nota come “cohabitation”, è già accaduta in passato e rende molto difficile per il presidente portare avanti il proprio programma politico, nonostante abbia il potere di promulgare o porre temporaneamente il veto alle leggi.

Alcuni osservatori ritengono che la decisione di Macron faccia parte di una strategia politica più ampia: far capire ai francesi cosa significherebbe essere governati dall’estrema destra.

Bernard Sananès, presidente dell’istituto di sondaggi Elabe, ha commentato: «La scommessa di Macron è riuscire, in tre settimane, a suscitare una grande paura».

Tuttavia, è improbabile che le legislative diano al Rassemblement National (RN) una vittoria netta: queste elezioni, a doppio turno, hanno meccanismi differenti rispetto alle europee.

Per vincere un seggio da deputato infatti è necessario ottenere il 50 per cento al primo turno, altrimenti si va al ballottaggio. Questo rende molto più difficile per un candidato di estrema destra ottenere un seggio nel parlamento nazionale.

Poiché il Parlamento europeo è percepito come distante, le elezioni europee tendono a essere un’occasione per il voto di protesta. Al contrario, le elezioni legislative storicamente hanno favorito i partiti più tradizionali e meno estremisti: almeno finora.

È quindi possibile che RN ottenga più seggi in parlamento, ma non abbastanza per poter governare autonomamente. Però, visto che l’estrema destra di oggi è più radicata in Francia di quanto non lo sia mai stata, se alle legislative RN dovesse comunque ottenere buoni risultati e se a Jordan Bardella (di RN) fosse offerto il posto di primo ministro, da due anni e mezzo di governo l’estrema destra ne potrebbe uscire indebolita.

Per Jean-Philippe Derosier, professore di diritto pubblico all’Università di Lille, Macron avrebbe insomma scelto la strada di indebolire e «controllare RN a Matignon dall’Eliseo».

Come hanno preso la decisione gli altri partiti?

Subito dopo l’annuncio di Macron i diversi partiti hanno cominciato a fare ipotesi di alleanze in vista delle legislative. A sinistra sono stati fatti diversi appelli all’unità.

François Ruffin di La France Insoumise ha chiesto di costituire un «fronte popolare», simile a quello che nel 2022 aveva portato l’alleanza di sinistra NUPES (Verdi, Comunisti, Socialisti e il suo stesso partito) ad avere all’Assemblea nazionale 150 deputati, risultando la seconda forza del parlamento.

Macron ha convocato le elezioni dopo i risultati delle europee, cosa succederà?
Macron ha convocato le elezioni dopo i risultati delle europee, cosa succederà? – EPA/MOHAMMED BADRA – Ireporters.it

L’appello è stato accolto positivamente dalle altre forze della sinistra e anche da Olivier Faure, dei socialisti, che grazie all’efficace campagna elettorale del loro capolista Raphaël Glucksmann hanno ottenuto un ottimo risultato alle europee, raggiungendo quasi il 14 per cento.

«Non si tratta di avere cinque anni davanti a noi. Ci sono due anni e mezzo durante i quali possiamo legiferare», ha detto Faure suggerendo che le sinistre possano trovare una convergenza su dieci o quindici priorità: «Non abbiamo tempo. Mancano cinque minuti a mezzanotte e dobbiamo garantire che l’estrema destra non possa vincere le prossime elezioni legislative».

A destra Marine Le Pen, ex presidente di RN e probabile futura candidata alla presidenza nel 2027, ha detto che il suo partito è pronto a governare mentre Éric Zemmour di Reconquête!, partito di estrema destra che alle europee ha superato di poco la soglia di sbarramento del 5 per cento, si è augurato una vasta alleanza delle destre, facendo appello sia a RN che ai Repubblicani.

I Repubblicani, partito di centrodestra fondato dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy che alle europee ha preso il 7,2 per cento dei voti, hanno smentito un’ipotesi che circola da tempo in Francia: un’alleanza con il campo macronista che in queste ultime ore alcuni deputati legati a Macron sono tornati a rilanciare.

L’esistenza politica dei Repubblicani è comunque a rischio, scrive Le Monde, e non è chiaro come decideranno di muoversi: se presentarsi da soli o in alleanza con altri, ma non si sa ancora con chi.

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