L’ultimo saluto a Jolanda, mamma di don Peppe Diana. I funerali l’hanno accompagnata nel suo viaggio eterno. Aveva compiuto 86 anni il 17 gennaio.
Composto, intimo e silenzioso. Il corteo funebre che ha accompagnato Jolanda D Tella, madre di don Peppe Diana, da via Garibaldi a via Cavour è stato un procedere al contrario. Per anni ogni 19 marzo, sotto quella casa dei genitori di don Diana è sempre passato un corteo rumoroso, di canti, saluti, grida di gioia degli scout e delle centinaia di cittadini che, invitati dal Comitato don Peppe Diana e da Libera, si sono ritrovati a Casal di Principe per ricordare il prete casalese ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. Oggi, nel giorno dei funerali di Jolanda, per tutti mamma Jolanda, il corteo è stato l’opposto. E non poteva che essere così, Jolanda non c’è più. Quella sedia comoda, sulla quale la madre di don Peppino, sedeva nella cucina di casa sotto alla mensola del camino con le foto del figlio e del marito Gennaro, morto nel 2011, rimarrà vuota. “E’ stata sempre lei a gestire i nostri dolori e a darci la forza di andare avanti con il necessario incoraggiamento, ora ha lasciato me a soffrire”, ha detto la figlia Marisa tra le lacrime soffocate per rispondere alle tante parole di conforto che ha ricevuto a casa ed in chiesa. Il fratello Emilio, che abita nello stesso cortile dei genitori, dovrà abituarsi a far rientro senza più passare a salutare la madre, salendo le due rampe di scale.
La chiesa era gremita di gente comune ma anche di scout, volontari, associazioni, familiari di vittime innocenti e sacerdoti guidati nella celebrazione dell’eucarestia dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo. Per l’ultimo saluto a mamma Jolanda, la famiglia ha scelto la cappella del cimitero di Casal di Principe. In prima fila c’erano i figli, Marisa ed Emilio, la nuora Alfonsina ed il genero Antonio e c’era Augusto Di Meo, che di Jolanda è diventato negli anni un figlio adottivo, così come Valerio Taglione che della memoria di don Diana ne ha fatto un impegno di vita. C’era il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale che ha onorato il funerale con la fascia tricolore e c’erano gli amici di sempre del Comitato don Peppe Dana, di Libera (con il referente Gianni Solino), dell’Agesci in particolar modo del Gruppo Aversa 2, dei Foulard blanc, del Masci, del Coordinamento regionale dei familiari delle vittime innocenti (con la presidente Carmen Del Core). Di nuovo tutti lì davanti a lei, come quando seduti a cerchio, anche a terra, la si ascoltava parlare di don Peppe Diana, di quel figlio che la faceva penare ma che adorava. Qualche volta litigavano ma poi lui la chiamava e le diceva “mamma, tu lo sai che ti amo”.
“Quando vedo voi è come se vedessi il mio Peppino”, diceva sempre agli scout. Il giorno del funerale è anche il giorno dei ricordi, quelli che si possono condividere in pubblico e quelli privati che restano nell’intimo. Mentre si celebrava il funerale a Casal di Principe, don Luigi Ciotti ha recitato una messa dedicata a mamma Jolanda, a Torino. Tanti, i messaggi di cordoglio arrivati ai familiari con la promessa di far loro visita. E domani? Domani sarà un altro giorno, perché la vita va avanti con qualche ‘ammaccatura’ in più, certo. Con mamma Jolanda se ne è andato anche un pezzo importante della storia di un territorio che nonostante tutto non si è mai dato per vinto. Di mamma Jolanda, ci resteranno le tante parole di incoraggiamento e anche qualche volta di rabbia contro un sistema sociale e religioso così tanto cauto da essere, in alcuni casi, codardo. Resteranno le strette di mano, le intese in dialetto casalese, i sorrisi condivisi e caffè sorseggiati attorno al tavolo della cucina con gli amici del Comitato don Peppe Diana, quelli che Jolanda e Gennaro hanno sempre amato e che continueranno a farlo Marisa ed Emilio, perché chi c’era ci sarà sempre.
Tina Cioffo
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