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Casal di Principe, Luigi Cantelli candidato alle comunali ripudia zio camorrista

di Tina Cioffo- Luigi Cantelli ha dei parenti camorristi ma ha deciso di candidarsi alle elezioni comunali di Casal di Principe, con Renato Natale. Per lui la camorra ha rovinato tutti e ripudia lo zio capoclan Francesco Bidognetti alias ‘Cicciotto e mezzanotte’.

“Dopo diverse riflessioni sono arrivato alla decisione non fatta di impeto”. Comincia così la lettera che il 9 aprile, Luigi Cantelli, 28 anni, laureato in Economia, ha indirizzato al sindaco di Casal di Principe, Renato Natale per chiedergli di accettare la sua candidatura come consigliere comunale. Nella lettera ripudia lo zio camorrista.

La lettera che ripudia i parenti camorristi e spezza l’automatismo

Una lettera che mette nero su bianco, anche i timori di esporre se stesso ed il gruppo al quale ha deciso di aderire, alla ‘gogna mediatica’, così come lui stesso la definisce. A poche ore dall’ufficialità della sua candidatura la parentela con Francesco Bidognetti, alias ‘Cicciotto e Mezzanotte’, fratello della madre, è infatti rimbalzata come una pallina di ping pong. Una messa all’indice per Cantelli e per il sindaco uscente Renato Natale che ha deciso di candidarlo nella sua lista.Un atto di coraggio e di fiducia invece, che mi convince di aver fatto bene, perché il cambiamento deve pur cominciare da un punto”, ha confessato Cantelli che è già presidente del Forum comunale dei giovani dal 2017 e da diversi anni impegnato sul fronte sociale.

L’ergastolo del pregiudizio

“Si è vero, Francesco Bidognetti è il fratello di mia mamma ma io sono nato nel 1991 e lui è stato arrestato nel 1993. E’ chiaro che non ho e nemmeno avrei potuto avere contatti né mai ho desiderato averli. Le sue azioni e le sue scelte di camorra non hanno danneggiato solo Casal di Principe, ma anche la mia famiglia e me stesso. Non posso essere condannato all’ergastolo del pregiudizio senza aver commesso colpe”, ha detto in esclusiva Cantelli ai nostri microfoni. “Mio padre e mia madre mi hanno insegnato l’onestà e la rettitudine, non posso sentirmi continuamente a disagio per parenti che non mi sono certamente scelto. Sono il frutto di quello che faccio e di quello che penso”, ha affermato Cantelli quasi a disagio. E poi senza indugio, ha aggiunto “mio zio era Stanislao Cantelli, vittima innocente di camorra. E’ questo che sono e non posso vergognarmi per il coraggio che sento nel vivere semplicemente la mia vita, rigettando ogni tipo di logica criminale ed impegnandomi per il riscatto del mio paese”.

“Mio zio è morto da innocente e io farò di tutto perché non accada ancora”

Stanislao Cantelli, era il fratello di mio padre. Entrambi hanno cominciato a lavorare quando erano dei bambini, perché rimasti orfani molto presto. Mio zio ha pagato con la vita colpe che non ha mai avuto e lottare per non avere più quelle morti innocenti, è anche il mio compito. Lo sento sulla pelle”, ha continuato l’aspirante consigliere comunale. Stanislao Cantelli, fu una delle vittime innocenti del gruppo di fuoco che nel 2008, guidato da Giuseppe Setola dell’ala stragista bidognettiana. Fu la seconda vittima di quella stagione di terrore, dopo Umberto Bidognetti, padre agricoltore di Domenico Bidognetti che era diventato collaboratore di giustizia. Cantelli venne ucciso il 5 ottobre, di domenica mattina mentre era al circolo con i suoi amici, a pochi passi dalla chiesa SS Salvatore in quella che è conosciuta come piazza Mercato. Punito da innocente perché zio dei collaboratori di giustizia Luigi e Alfonso Diana. Le dichiarazioni di Luigi Diana avevano contribuito all’arresto di 107 persone ritenute legate alla camorra dei Casalesi. Gli agenti della Squadra mobile sul posto trovarono 18 colpi di pistola.

La restituzione della speranza

La decisione di Luigi Cantelli è il giro di boa di un giovane che ha inteso prendere altre vie rispetto ad un passato che non ha scelto e di cui si vergogna. E’ la restituzione di tanti anni di battaglia civile e sociale anche da parte di chi ha sempre creduto nell’antimafia per arrivare ad un risanamento umano. Se la confisca dei beni è la restituzione del maltolto alla collettività, altrettanto può essere anche la libera scelta di colui che consapevolmente tira dritto per una strada diversa. Quello di cui parlava Peppino Impastato alla sua Radio Aut, radio libera autofinanziata.

redazione

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