Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente firmato due bandi che disciplinano le procedure ordinarie per il reclutamento di insegnanti di religione cattolica (IRC) nella scuola dell’infanzia e primaria e nella scuola secondaria. Si tratta di un evento di notevole importanza, considerando che l’ultima selezione si è tenuta nel lontano febbraio 2004, a seguito della legge 186/03 che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica. Tuttavia, come sottolineato soprattutto dai sindacati, critici su questa iniziativa del governo, i numeri degli studenti che non frequentano l’ora di religione sono in continuo rialzo: nell’ultimo anno scolastico un alunno su sette non ha studiato religione. Dati che sembrano destinati a salire, considerando come solo nell’ultimi due anni questa statistica è salita di un punto percentuale.
È bene sottolineare comunque che il nuovo bando rappresenta una significativa opportunità per migliaia di docenti di religione cattolica che da anni attendono una stabilizzazione. Tuttavia, rimane fondamentale un intervento più ampio e incisivo per risolvere il problema della precarietà nel sistema scolastico italiano. Mentre si celebra il passo avanti fatto con questo concorso, infatti, non si bisogna dimenticare l’importanza di continuare a lavorare per un sistema educativo più stabile e inclusivo, capace di rispondere alle esigenze di tutti gli studenti e di valorizzare pienamente il personale scolastico.
L’iniziativa del Ministero ha comunque attirato diverse critiche, soprattutto da parte dei sindacati. Gianna Fracassi, segretario generale della Flc Cgil, ha espresso le sue preoccupazioni all’Ansa: “Premesso buona parte di coloro che sosterranno i concorsi per diventare docenti di religione sono precari, e siamo contenti che queste persone si stabilizzino, i concorsi di religione cattolica, non sono però la risposta di cui ha bisogno la scuola: c’è un tema che si chiama precarietà ed ha numeri impressionanti”. Secondo il sindacato, i precari nella scuola, tra docenti e personale ATA, sono circa 250mila.
Fracassi ha inoltre sottolineato come la frequenza dell’ora di religione cattolica da parte degli studenti sia in costante diminuzione. Nel corso degli ultimi anni, infatti, oltre un milione di studenti italiani, su un totale di poco più di sette milioni, hanno scelto di non frequentare l’ora di religione, preferendo materie alternative. Nell’anno scolastico 2022/23, ben 1.096.846 studenti hanno optato per altre opzioni, rispetto ai 1.014.841 del 2020/21, segnando un aumento dal 14,07% al 15,5% in due anni.
I dati provinciali e regionali confermano questa tendenza. Sei province superano il 30% di studenti che non frequentano l’ora di religione: Firenze (37,92%), Bologna (36,31%), Trieste (33,37%), Prato (33,19%), Gorizia (32,51%) e Aosta (30,74%). A livello regionale, la Valle d’Aosta guida con il 30,74%, seguita da Emilia-Romagna (27,48%) e Toscana (27,12%).
I bandi previsti dal ministro Valditara mettono a disposizione 1.928 posti, suddivisi tra 927 per la scuola dell’infanzia e primaria e 1.001 per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Inoltre, il Ministero ha bandito contestualmente altre procedure straordinarie per ulteriori 4.500 posti: 2.164 per la scuola dell’infanzia e primaria e 2.336 per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Complessivamente, saranno 6.428 le assunzioni previste”.
È lo stesso Valditara a spiegare: “Abbiamo deciso di bandire un nuovo concorso dopo 20 anni di fermo, nella consapevolezza che si tratta di una disciplina importante per la crescita degli studenti. Grazie a docenti competenti e motivati, avremo maggiori occasioni di approfondimento della nostra storia ma anche di confronto sui principi che rappresentano le radici della nostra civiltà”.
Il ritorno del concorso per insegnanti di religione cattolica, dopo due decenni di pausa, rappresenta una risposta attesa per molti precari che vedono in questa procedura una possibilità di stabilizzazione, come sottolineato dal Ministero. Tuttavia, le critiche sollevate dal sindacato Flc Cgil mettono in luce una problematica più ampia: quella della precarietà strutturale nel sistema scolastico italiano.
Il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica è certamente un passo avanti, ma non deve distogliere l’attenzione dalla necessità di affrontare in maniera sistematica la questione dei contratti a tempo determinato che affliggono molti settori della scuola. La stabilizzazione del personale è cruciale non solo per garantire continuità didattica, ma anche per valorizzare la professionalità e l’impegno di chi lavora nella scuola.
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