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Ambiente

Legambiente, un tratto di mare inquinato ogni 76 chilometri: quali sono i punti critici

Preoccupa lo stato di salute del mare, dove in media si registra un punto inquinato ogni 76 km di costa

Secondo i dati di Goletta Verde ogni 76 chilometri c’è un tratto di mare inquinato. Legambiente ha analizzato lo stato di salute di mare e laghi e i risultati non sono incoraggianti: il 36% dei campioni, su 394 punti analizzati tra giugno, luglio e inizio agosto in 19 regioni è risultato fuori norma e tra le cause principali vi è l’assenza di depuratori adeguati, scarichi abusivi e anche l’accelerazione della crisi climatica. Questi i dati registrati dalle campagne 2024 di Legambiente Goletta Verde e Goletta. Inoltre 101 punti sono stati definiti “fortemente inquinati”. Le campagne hanno monitorato lo stato di salute del Mediterraneo e dei bacini lacustri con l’aiuto di oltre 200 volontari e dei circoli di Legambiente.

I dati di Legambiente

Preoccupa lo stato di salute del mare, dove in media si registra un punto inquinato ogni 76 km di costa. Il trend dei punti risulta oltre il limite ed è in lenta crescita passando dal 31% del 2022, al 36% del 2023 fino al 37% di quest’anno. Secondo il bilancio di Legambiente le acque italiane non godono di buona salute. Per quanto riguarda i laghi solo il 14% dei campioni effettuati nei punti critici hanno registrato un giudizio negativo, ma l‘associazione ha registrato un incremento del 10% dei punti inquinati rispetto allo scorso anno. Il 47% dei prelievi fatti è avvenuto presso le foci dei fiumi.

Legambiente | ANSA/ UFFICIO STAMPA – Ireporters.it

Legambiente valuterà se ci sono i presupposti per fare esposti alle autorità competenti e chiedere maggiori monitoraggi e controlli” scrive l’associazione. Gli ambientalisti spiegano che l’impatto della crisi climatica “preoccupa dall’emergenza siccità mai finita sino all’aumento degli eventi meteo estremi che mettono sotto stress gli impianti di depurazione” e parlano anche della “tropicalizzazione del mar Mediterraneo, soprattutto dell’Adriatico, con l’invasione delle specie aliene come il granchio blu“.

Per Legambiente “serve un piano nazionale per la tutela di mare e laghi. Al centro il completamento e l’ammodernamento dei depuratori che risentono anche degli eventi meteo estremi, i piani di adattamento al clima, più aree marine protette entro il 2030 e virata decisa su rinnovabili ed eolico offshore definendo lo spazio marittimo“.

Le dichiarazioni

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente ha dichiarato: “Anche quest’anno Goletta Verde e dei laghi, insieme agli osservati speciali  ci ricordano come i fiumi ed i canali che si immettono in mare e nei laghi possano essere veicolo di inquinamento dovuto ad una cattiva o assente depurazione. Un tallone d’Achille del nostro Paese che ha già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro. Per questo oggi lanciamo la proposta di un piano nazionale per mare e laghi basato su quattro pilastri per contrastare anche la crisi climatica“.

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente ha spiegato: “I risultati di Goletta Verde e dei Laghi risentono spesso anche delle differenti condizioni metereologiche avute nei mesi estivi di questi ultimi due anni, in cui si è passati da una condizione di siccità dominante in tutto il territorio del centro nord della penisola, con fiumi in secca e canali prosciugati, ad un’estate come quella in corso che è stata caratterizzata invece da frequenti ed abbondanti piogge che possono aver mandato in sofferenza gli impianti di depurazione. Evidenze che si sono viste soprattutto nel corso della Goletta dei laghi dove, rispetto al 2023, quest’anno è cresciuta la percentuale complessiva di punti oltre il limite di legge, passando dal 23% dell’anno scorso al 33% del 2024“.

I punti critici sono le foci dei fiumi, i canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago.

Giuliana Presti

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