Ambiente

Le Présage, alla scoperta del primo ristorante a energia solare in Europa

L’energia rinnovabile e la cucina si incontrano nel nuovo ristorante Le Présage, grazie all’intuizione di un ingegnere aerospaziale 

Pierre André Aubert è un ex ingegnere aerospaziale che ad un certo punto della sua vita si è chiesto: Perché non dare vita ad un ristorante totalmente ecosostenibile, basato sull’energia solare?

La capacità tecnica sicuramente non gli mancava e oggi possiamo dire che sia riuscito nel suo intendo, fondando Le Présage, il primo ristorante in Europa basato esclusivamente sull’energia solare. 

Ecco quali sono state le fasi del progetto e una testimonianza diretta di Aubert rispetto alla sua invenzione e ai motivi che lo hanno spinto a realizzare questo ristorante futuristico. 

Da food truck a ristorante rinomato

Pierre André Aubert è partito in piccolo con un semplice food truck con un forno solare a forma di parabola.

Si trattava di una sorta di esperimento per capire se effettivamente fosse possibile cucinare e fondare un’intera attività unicamente sull’energia solare.

Da esperto qual è, Aubert ha deciso di sfruttare la tecnologia Scheffler per concentrare al massimo l’energia solare e utilizzarla per soddisfare il palato dei clienti grazie ad una serie di specchi riflettenti in grado di portare una semplice piastra in ghisa a 400°.

L’energia solare e la sua applicazione nel mondo della ristorazione – Unsplash – ireporters.it

L’esperimento è andato a buon fine e Aubert ha avuto la conferma che non solo l’energia solare fosse pienamente utilizzabile per l’attività che aveva in mente, ma che sempre più clienti dimostravano curiosità e interesse per questa nuova tecnologia che consente di poter gustare portate realizzate nel pieno rispetto dell’ambiente.

Da lì in poi la strada è stata in discesa e l’ex ingegnere ha deciso di aprire un vero e proprio ristorante: Le Présage a Marsiglia.

Un impegno per l’ambiente a 360°

L’energia solare non è l’unico pezzo forte di Le Présage, infatti anche il menù strizza l’occhio all’ambiente: ogni materia prima selezionata per realizzare le portate è a km0 per ridurre al massimo l’impatto ambientale derivato dal trasporto degli ingredienti. Questa scelta è anche un importante contributo per l’economia locale, infatti va a finanziare direttamente le aziende agricole del territorio.

Le proposte del menù sono frutto di ingredienti genuini e a km 0, selezionati e accostati per dare vitta a piatti gustosi e ricercati dalle mani esperte di veri chef.

In poche parole, Le Présage unisce innovazione, sostenibilità, gusto e genuinità per un’esperienza gastronomica senza paragoni, che si pone l’obiettivo di rivoluzionare in positivo l’intero settore della ristorazione. 

Le Présage: un esempio da imitare per molti ristoranti

Possiamo dire che Le Présage abbia aperto le porte ad una nuova era della ristorazione. La possibilità di gestire un’intera attività a costi ridotti e nel pieno rispetto dell’ambiente grazie all’energia solare fino a pochi anni fa sarebbe potuto sembrare un miraggio, invece ad oggi è una realtà concreta.

Per fornire l’energia necessaria al ristorante anche nelle ore di scarsa luce solare, Aubert ha deciso di sfruttare gli scarti alimentari bruciandoli per produrre energia necessaria per cucinare, un modo virtuoso anche per combattere lo spreco alimentare. 

Nelle ore in cui il sole è alto nel cielo, invece, si sfrutta l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici posizionati in punti strategici che producono a loto volta energia elettrica.

Ovviamente i costi iniziali elevati rappresentano un investimento non indifferente, ma Le Présage resta una fonte d’ispirazione per molte nuove realtà che decideranno di fondare la loro forza sulla cucina sostenibile. 

Pierre André Aubert presenta Le Présage

Ora che abbiamo raccontato in cosa consiste la forza di questo nuovo ristorante, diamo la parola direttamente al suo fondatore che in un’intervista ha spiegato cosa lo ha spinto a passare dall’ingegneria al mondo della ristorazione:

«Dopo quattro anni nell’ingegneria, volevo dare un po’ più di significato alla mia attività e ho avuto l’opportunità di fermarmi un anno per prendere un CAP in cucina (un diploma di Stato, ndr). È chiaro che il mio passato da ingegnere è stato messo al servizio dello chef che sono diventato per sviluppare il forno solare che abbiamo oggi, ma anche tutta la parte imprenditoriale di questa avventura per riuscire a fare di questa idea un business».

Aubert ha raccontato anche come alcuni chef stellati si siano dimostrati interessati a questa nuova tecnologia che permette di sfruttare energia solare per cucinare:

«Credo che alcuni ristoranti saranno interessati ai nostri strumenti e alla cucina solare. Un primo chef stellato ha voluto un forno solare per questa estate, altri chef stellati sono venuti a trovarci per saperne di più. Sicuramente il nostro forno solare non sarà per tutti i ristoranti, soprattutto per quelli in centro città, ma c’è un buon potenziale, soprattutto se il prezzo dell’energia continuerà a salire».

In conclusione, possiamo dire che questo nuovo ristorante sostenibile potrebbe essere la svolta per il mondo della ristorazione e aprire le porte e nuove prospettive sempre più green.

Alessia Barra

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