E’ in arrivo una pioggia di miliardi sull’Italia e la fetta più cospicua di questi soldi andrà al Sud. Le mafie lo sanno e stanno tessendo la propria ragnatela per ‘intrappolare’ tutto questo denaro acquisendo le tante attività, sia nel commercio che nell’industria, che a causa della pandemia sono fallite.
L’allarme, per la verità non il primo, arriva dalla conferenza stampa di presentazione dell’Anno Giudiziario 2021, in modalità on-line dagli uffici del Nuovo Palazzo di Giustizia. A lanciarlo sono stati il presidente della Corte di Appello Giuseppe de Carolis di Prossedi e il procuratore generale Luigi Riello. “All’inizio della pandemia – ha detto De Carolis – la camorra ha fatto importanti investimenti nella produzione di dispositivi di protezione individuale e ottenuto appalti, attraverso alcune imprese solo apparentemente ‘pulite’ che sono riuscite ad accaparrarsi anche appalti pubblici per forniture agli ospedali”. De Carolis ha anche ricordato come le mafie, riposte le armi, abbiamo usato i loro soldi sporchi per insinuarsi nell’economia e trarre profitto dalle crisi “come avvenne per il terremoto del 1980”, ha aggiunto Riello. “Si rischia – ha spiegato il procuratore generale di Napoli – il welfare della camorra e per questo l’attenzione della DDA e delle forze dell’ordine deve essere più alta, man mano che ci avviciniamo alla assegnazione dei fondi”. In sostanza, per Riello, c’è bisogno “di una risposta strategica contro questa mafia, meno violenta ma più raffinata, conoscitrice dei meccanismi economici e finanziari”.
De Carolis e Riello hanno ricordato le difficoltà in cui versa il sistema giudiziario italiano, riservando particolare attenzione a Napoli, dove, sostiene il presidente della Corte d’Appello, malgrado gli sforzi, la situazione è preoccupante. “All’aumento dei magistrati non è corrisposto l’aumento del personale amministrativo: senza la revisione delle piante organiche è paralisi”. Poi un accenno alle condizioni in cui si è portato avanti il lavoro a causa del Covid-19: “Con lo smart-working – ha spiegato – si sono aggiunge altre difficoltà, come, per esempio, l’impossibilità di accedere ai registri informatici, con i dipendenti al lavoro ma sui computer dei figli”. In sostanza, per De Carolis, “sono state fatte le nozze con i fichi secchi”.
Nel settore civile, è stato reso noto, la pandemia ha inciso meno di quanto ci si aspettava: si è infatti registrata una performance notevole con il maggior numero di sentenze d’Italia”. A tinte fosche però il penale, con la pendenza più alta del Paese. Rimarcata la tendenza all’intolleranza che si sta registrando a Napoli nei confronti delle forze dell’ordine, soprattutto da parte dei minori. L’ultimo episodio è di ieri sera, con agenti aggrediti duranti controlli anti assembramento.
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