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Le aree di servizio autostradali sempre più costose: ecco i rincari

Un’indagine di Altroconsumo ci rivela tutti i rincari per chi si ferma a rifocillarsi nelle aree di servizio in autostrada. Ecco gli aumenti di prezzo dell’estate 2024

Le vacanze estive si avvicinano e potrebbero riservare sorprese sui costi, a partire dai rincari dei prezzi delle spiagge che segnano un +4% rispetto al 2023 secondo un’inchiesta di Altroconsumo.

Se hai intenzione di raggiungere la tua destinazione in auto, è importante seguire alcune buone abitudini per una partenza intelligente.

Non dimenticare di effettuare i controlli necessari sulla tua auto prima di partire e di pianificare il viaggio per evitare costi eccessivi e stress. Insomma, il caro-vacanze non è l’unico aspetto da considerare.

Le aree di servizio autostradali sempre più costose: ecco quali prezzi sono aumentati

Oltre agli aumenti dei pedaggi autostradali in vigore da gennaio, dal 1° luglio anche i prezzi del Telepass base subiranno rincari.

Se il tuo piano non è più conveniente, ricorda di dare disdetta entro i termini previsti e di valutare alternative sul mercato come UnipolMove e MooneyGo per risparmiare sul telepedaggio.

Prepararsi in anticipo per il viaggio è una buona strategia: se viaggi durante l’orario del pranzo, scegli un menu sano e leggero per una pausa equilibrata.

Le aree di servizio autostradali sempre più costose: ecco i rincari –
https://www.autostrade.it/ – Ireporters.it

 

Organizzati con una borsa frigo e borracce termiche per mantenere tutto alla giusta temperatura. Se non riesci a organizzarti per tempo, è importante sapere che la pausa pranzo potrebbe diventare costosa.

L’ultima indagine di Altroconsumo sui prezzi di cibo, snack e bevande in 22 aree di servizio tra punti di ristorazione e snack bar sulla rete autostradale tra Milano, Napoli, Roma e Venezia conferma questo rischio.

Mangiare un classico panino in autostrada può risultare molto costoso: nelle aree di sosta considerate, il prezzo medio di un panino è circa 7 euro, rispetto ai 4,20 euro di un normale bar (dati Osservaprezzi, aprile 2024), quindi si spende circa il 70% in più in autostrada.

Anche fare colazione non è più economico: un cappuccino in un bar autostradale costa in media 1,84 euro, mentre una brioche costa 1,72 euro.

Rispetto ai prezzi medi di un cappuccino (1,64 euro) e di una brioche (1,57 euro) al bar di fiducia, in autostrada i prezzi sono rispettivamente più alti del 12% e del 26%. Anche un semplice caffè liscio costa di più: 1,35 euro in autostrada contro 1,17 euro al bar, un aumento del 14%.

Tra gli acquisti più comuni in autostrada c’è l’acqua minerale in bottiglia, soprattutto nelle giornate calde, mantenere un buon livello di idratazione è importante anche quando si è alla guida.

Non tutte le aree di servizio dispongono di fontanelle per riempire le borracce, quindi spesso l’unica opzione è acquistare acqua minerale. Ma quanto costa? In media, l’acqua nelle aree di servizio costa 3,16 euro al litro per bottiglie di piccole dimensioni. Le bottiglie più piccole (500 ml) hanno un prezzo più basso sia al litro che a confezione rispetto a quelle da 750 ml.

Se consideriamo che una bottiglia da mezzo litro al supermercato costa circa 35 centesimi (0,67 euro al litro, secondo l’ultima rilevazione Altroconsumo di marzo 2024), i prezzi applicati nelle aree di servizio sono decisamente elevati per un bene primario.

Nell’analisi abbiamo considerato anche le bibite gassate come aranciata e cola: questi prodotti costano circa 8 euro al litro, con una lieve differenza.

Infatti l’aranciata è leggermente meno cara rispetto alla cola, con 7,96 euro al litro contro 8,06 euro. I formati disponibili variano tra bottigliette da 500 o 450 ml, e lattine da 330 ml. Come documentato nella recente analisi sul fenomeno della shrinkflation nei supermercati, anche in autostrada i formati più piccoli risultano essere i più cari, probabilmente per mantenere il prezzo finale simile.

Il prezzo della bottiglietta da 450 ml è particolarmente sorprendente: pur essendo leggermente più piccola di quella da 500 ml (-10%), al litro costa il 21% in più.

Come notato per l’acqua minerale, anche le bibite nelle aree di servizio hanno un prezzo molto più alto rispetto ai supermercati. Secondo l’ultima rilevazione Altroconsumo (marzo 2024), nella grande distribuzione la Coca Cola costa in media 1,40 euro al litro: una bella differenza.

Acquistare un gelato confezionato in autostrada comporta una spesa media di 3 euro. Abbiamo considerato due formati: uno stecco ricoperto di cioccolato e un classico gelato in cono, riscontrando prezzi piuttosto simili. Con un prezzo medio di 38,51 euro al chilo, i gelati risultano costosi nei punti di ristoro, specialmente per alcune varianti che superano i 50 euro al chilo.

In quasi tutti i punti vendita visitati, abbiamo trovato gelati a marchio Algida (Cornetto e Magnum), tranne in un caso in cui abbiamo trovato Sammontana.

Un aspetto interessante è che per lo stesso gelato (Magnum Algida) abbiamo rilevato tre formati differenti, con significative differenze di prezzo. Il formato da 86 g costa 36,18 euro al chilo, mentre quello da 69,5 g arriva a 47,17 euro al chilo, una differenza che supera il 30%.

Qual è la differenza rispetto ai prezzi della grande distribuzione? Il gelato Algida Magnum classico nei supermercati è venduto a circa 17 euro al chilo, meno della metà rispetto al prezzo nelle aree di servizio.

Nell’analisi dei prezzi dei gelati in cono, abbiamo considerato due prodotti Algida (Cornetto classic e Cornetto Esagerato XXL) e uno Sammontana (Cinque Stelle). I prezzi sono simili a confezione, ma differiscono notevolmente al chilo. Oltre a bibite e gelati, abbiamo verificato i prezzi degli snack salati e dolci, come patatine, cracker e cioccolato.

Nei punti di ristoro considerati, abbiamo trovato spesso patatine a marchio San Carlo, tranne in due casi dove c’erano Pringles e Amica chips. Quanto si spende per un sacchetto di patatine?

Da 1,50 a 4 euro, ma i formati variano molto, influenzando significativamente il prezzo al chilo. La gamma di prodotti varia da pacchetti piccoli da 45 g a formati famiglia da 190 g, con prezzi molto diversi.

Per i cracker, abbiamo riscontrato una certa uniformità nella proposta: quasi sempre abbiamo trovato il prodotto Tuc Original nel formato da 100 g. Solo in un caso abbiamo rilevato Ritz da 200 g.

I prezzi delle confezioni di Tuc variano molto, con una media di 3,16 euro, ma abbiamo trovato casi in cui costano 2,44 euro e altri in cui arrivano a 3,55 euro. Per i cracker Ritz, il prezzo rilevato è di 3,99 euro per la confezione da 200 g.

Per acquistare una tavoletta di cioccolato da circa 100 g in autostrada si spende in media 3,70 euro, con prezzi che variano da 1,20 a 6,29 euro. Nei punti vendita visitati abbiamo trovato anche formati più grandi tra 200 g e 300 g, con prezzi che variano tra 5 e 6 euro. Ecco i dettagli dei prezzi rilevati.

Anche per il cioccolato, come per altre categorie merceologiche, constatiamo prezzi elevati. Una tavoletta di cioccolato di peso inferiore ai 300 g al supermercato costa in media 19 euro al chilo (dati Altroconsumo marzo 2024), mentre nei punti di ristoro autostradali costa circa 35 euro al chilo, un 80% in più.

Giulia De Sanctis

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