Quattordici allevamenti sono stati controllati dalla guardia di finanza con l’ausilio degli ispettori di Asl, Itl e Arpac. Su 24 lavoratori controllati, la metà non aveva un regolare contratto di lavoro. Segnalato anche sfruttamento e danni all’ambiente.
Lavoratori in nero e sfruttamento
Gli uomini della guardia di finanza hanno messo in campo una task force sul territorio di Cancello Arnone, vera patria della mozzarella di bufala nel casertano dove ci sono circa 100 mila capi bufalini. Durante i controlli 12 lavoratori su 24 sono risultati in nero, Nello stesso contesto sono stati denunciati 2 datori di lavoro per impiego di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno e sfruttamento del lavoro, oltre al sequestro di due aree di 7 mila metri quadrati adibite a sale mungitura e sversamento di liquami. Per tre aziende, invece, è scattata anche la proposta di sospensione delle attività, a causa dell’elevato numero di lavoratori irregolari presenti al momento dell’arrivo dei controlli. Due procedure di rimpatrio sono scattate invece per due indiani che stavano lavorando all’interno delle stalle senza regolare permesso di soggiorno. In questo contesto viene segnalato un altro caso di sfruttamento del lavoro, già messo in evidenza non solo da inchieste giornalistiche ma anche dalla Cgil. Nel caso accertato dagli uomini delle Fiamme gialle un uomo di origine indiana, con regolare permesso di soggiorno, veniva tartassato dal datore di lavoro che si approfittava del suo stato di necessità, costretto ad un orario di lavoro massacrante ed a vivere in pessime condizioni igienico sanitarie. Un problema riscontrato già altre volte, con protagonisti sempre lavoratori di origine indiane che hanno segnalato tutto il loro malessere nel vivere una condizione di miseria, con turni che cominciano dalle prime ore del mattino per terminare a sera tardi.
Allevamenti bufalini e danni ambientali
Al centro dell’attenzione c’è anche la questione ambientale, dato che i proprietari di due aziende sono stati denunciati per sversamento illecito di rifiuti che ha portato anche al sequestro di 2 aree da 7 mila metri quadrati complessivi. All’interno di questa superficie venivano sversati rifiuti liquidi derivati dalle operazioni di mungitura, provocando un ulteriore danno ambientale. Lo stesso che veniva provocato da un’alta azienda operante nel settore bufalino, per cui è scattata una sanzione amministrativa perché non in regola con l’istituzione del registro di carico e scarico dei rifiuti.