Furto allo stadio comunale di San Cipriano d’Aversa, la struttura era stata recentemente riqualificata con una spesa di circa 200 mila euro.
Ladri di sogni e di speranze, non solo per la Sanciprianese che milita in prima categoria ma anche per i tanti ragazzini che non vedevano l’ora di mettere di nuovo piede sul nuovo stadio comunale di San Cipriano d’Aversa. Durante la notte, però, alcuni ladri si sono intrufolati nella struttura ed hanno rubato tutto quello che era possibile rubare: caldaie, fili di rame della rete elettrica, attrezzature sportive e finanche i tombini per l’irrigazione. Sul fatto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Casal di Principe, ma chi ha agito lo ha fatto con il favore delle tenebre e l’assenza della videosorveglianza rende la ricerca molto più complicata.
Profondo rammarico pe quanto accaduto viene espresso dall’assessore allo Sport, Antonio Coppola che ha detto: “Sono veramente molto dispiaciuto, ci privano di un sogno realizzato con tanta fatica ed impegno. E’ una grave danno fatto alla nostra comunità“. Rabbia viene espressa anche da Silvio Di Sarno, delegato al Bilancio che sui social scrive: “Siamo vittime di soggetti che hanno saccheggiato e deturpato il nostro Stadio Comunale. Per l’ennesima volta, non solo hanno rubato qualsiasi attrezzatura sportiva e una caldaia. Siamo stanchi perché in questo periodo difficile non possiamo stare alla mercé di questi malviventi“.
La struttura era già inutilizzata a causa della pandemia e praticamente la Sanciprianese, dopo la riqualifica, ha potuto utilizzarla solo per pochissimi allenamenti. C’era la forte speranza di ripartire a settembre, ma ovviamente se non si riuscirà a ripristinare l’energia elettrica, acquistare di nuovo le caldaie e le attrezzature sportive lo stadio comunale non potrà riaprire le porte. In questo modo chi si è macchiato del furto non ha fatto solo un danno economico, ma ha spezzato anche i sogni, quelli dei piccoli atleti delle scuole calcio. Ragazzini che indossano le scarpette per pura passione e speravano di poterlo fare di nuovo, magari calcando quel campo in erba sintetica che rappresentava una vera e propria novità per chi invece era abituato alla terra battuta e quasi senza un filo d’erba dei cambi di periferia.