La Cme che ha causato l’ultima tempesta geomagnetica è stata rilasciata dal Sole il 14 settembre alle ore 17,29 italiane e il brillamento è stato classificato come X4.5, che è il quinto più potente dell’attuale ciclo solare
Il 17 settembre una forte tempesta geomagnetica ha colpito la Terra, secondo quanto riportato dall’Agenzia statunitense della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). La tempesta è stata provocata da un’espulsione di massa coronale, un potente brillamento solare che quando raggiunge la Terra può provocare anche blackout e problemi ai satelliti e ai sistemi di navigazione satellitare. “Il picco ha raggiunto la classe G4, dunque abbastanza intensa dal momento che la classificazione delle tempeste geomagnetiche viene fatta su una scala che va da G1 a G5”, ha spiegato all’ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste.
La tempesta è stata provocata da un’espulsione di Cme, ovvero una massa coronale: un’enorme quantità di plasma e particelle cariche (protoni, elettroni e nuclei di elio) che viene espulsa dalla corona solare, lo strato più esterno del Sole. La Cme può essere considerato come un getto di materiale spesso associato a brillamenti che, quando raggiunge la Terra può alterarne la magnetosfera e generare le aurore boreali. Questo succede durante i periodi di massima attività solare, ovvero quando la sua attività magnetica aumenta e diminuisce e le linee del campo magnetico si “rompono” e liberano nello spazio grandi bolle di plasma ad altissima velocità.
Le conseguenze possono essere molteplici e dipendono dalla quantità di energia coinvolta, ma anche dall’orientamento e dalla velocità del flusso di particelle. L’interazione tra le particelle della Cme e la magnetosfera terrestre può generare una forte tempesta geomagnetica, ma anche aurore boreali, disturbi nelle comunicazioni radio e satellitari, incluse le trasmissioni GPS, correnti nelle linee elettriche, blackout e danni alle infrastrutture elettriche.
Questo fenomeno è spesso associato a eruzioni solari o altre attività magnetiche intense sulla superficie solare. La Cme che ha causato l’ultima tempesta geomagnetica è stata rilasciata dal Sole il 14 settembre alle ore 17,29 italiane. Il brillamento è stato classificato come X4.5, che è il quinto più potente dell’attuale ciclo solare. “Questo buco coronale è l’origine del vento solare veloce che ha accelerato la Cme”, afferma Messerotti: “La sua velocità ha raggiunto i 581 chilometri al secondo”, ha continuato.
Esistono alcuni parametri che vengono utilizzati per classificare l’intensità di questi eventi e ognuno di essi ha una propria scala di allerta che va dall’1 al 5, dove il quinto è quello più grave. Eccone alcuni:
L’Agenzia statunitense della National Oceanic and Atmospheric Administration si occupa dello studio delle condizioni atmosferiche e oceaniche e della gestione delle risorse marine e costiere. Grazie al centro di Space Weather Prediction Center (SWPC), monitora le tempeste solari e altri eventi spaziali che possono coinvolgere la Terra. Secondo gli esperti della Noaa una tempesta solare estrema può avere la durata di qualche giorno, in base al “carico” di particelle che impatta contro il campo magnetico terrestre.
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