“Abbiamo considerato tutte le prospettive, arrivando infine a una decisione condivisa”, aveva chiarito la regina Sonja, madre della principessa Märtha Louise. La regina, di origini borghesi, ha spiegato che la condizione per permettere alla figlia di sposare lo sciamano Durek Verrett era la rinuncia al ruolo ufficiale nella famiglia reale e il divieto di usare il titolo reale per fini commerciali.
Il re Harald V non ha revocato il titolo alla principessa, ma ha specificato che non poteva usarlo in modi che avrebbero danneggiato l’immagine della Corona. Questo non è stato causato dal colore della pelle di Verrett, ma dalle sue dichiarazioni passate e dalle sue attività commerciali, considerate problematiche.
Il fidanzato della principessa aveva messo in vendita medaglioni “curativi” sul suo sito, persino durante la pandemia, il che ha suscitato preoccupazioni per la “monetizzazione” del nome reale.
Già due anni fa, Verrett aveva risposto alle critiche facendo riferimento alla serie “Bridgerton”, suggerendo che il colore della pelle fosse una barriera insormontabile. Tuttavia, le vere preoccupazioni sembrano riguardare il suo approccio agli affari, visto come inappropriato per un membro della famiglia reale.
C’è un precedente noto per l’uso improprio di un titolo reale, quello di Harry e Meghan dopo la “Megxit”. Nel gennaio 2020, i duchi di Sussex annunciarono via social media la loro intenzione di trasferirsi oltreoceano e rinunciare agli impegni reali.
Anche in quel caso, la regina Elisabetta II fu chiara con Harry: avrebbe mantenuto i titoli di Altezza Reale e duca di Sussex, ma non avrebbe potuto usarli per scopi commerciali. Di conseguenza, l’account “Sussex Royal” venne presto chiuso. Questo per proteggere l’onore dell’istituzione, altrimenti compromesso da potenziali guadagni commerciali.
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