Il 29 agosto le nozze della principessa Märtha Louise di Norvegia, figlia di re Harald V, con Durek Verrett, uomo d’affari e guru che piace a Hollywood. Fa rumore l’uso del titolo dopo l’uscita dagli impegni reali
A Oslo, capitale della Norvegia, non è tanto il matrimonio della principessa Märtha Louise con Durek Verrett, un guru shamanico e uomo d’affari, a preoccupare, ma l’uso del titolo reale per promuovere un marchio di gin.
A un mese dalle nozze, previste per il 29 agosto e che si terranno con quattro giorni di festeggiamenti tra i fiordi di Geiranger, le autorità norvegesi hanno criticato l’uso improprio del titolo reale per scopi commerciali.
La principessa di Norvegia Märtha Louise usa il titolo reale per lanciare un marchio di gin
La controversia riguarda una linea di gin lanciata in occasione del matrimonio della principessa. Qualche anno fa, la relazione tra Märtha Louise e Verrett, che ha legami con star come AntonioBanderas e Gwyneth Paltrow, aveva già suscitato scalpore. Dopo anni di tensioni familiari, re Harald V aveva acconsentito al matrimonio, nonostante le iniziali preoccupazioni.
La principessa ha annunciato di ritirarsi dagli impegni reali, citando la necessità di riportare serenità nella famiglia reale dopo le controversie legate alla sua relazione. Re Harald ha espresso rammarico per la decisione della figlia di non rappresentare più la Casa Reale.
Questa decisione, insieme al recente calo di popolarità della Corona, in parte dovuto alle scelte sentimentali della principessa, ha rappresentato una sfida per la famiglia reale norvegese.
“Abbiamo considerato tutte le prospettive, arrivando infine a una decisione condivisa”, aveva chiarito la regina Sonja, madre della principessa Märtha Louise. La regina, di origini borghesi, ha spiegato che la condizione per permettere alla figlia di sposare lo sciamano Durek Verrett era la rinuncia al ruolo ufficiale nella famiglia reale e il divieto di usare il titolo reale per fini commerciali.
Il re Harald V non ha revocato il titolo alla principessa, ma ha specificato che non poteva usarlo in modi che avrebbero danneggiato l’immagine della Corona. Questo non è stato causato dal colore della pelle di Verrett, ma dalle sue dichiarazioni passate e dalle sue attività commerciali, considerate problematiche.
Il fidanzato della principessa aveva messo in vendita medaglioni “curativi” sul suo sito, persino durante la pandemia, il che ha suscitato preoccupazioni per la “monetizzazione” del nome reale.
Già due anni fa, Verrett aveva risposto alle critiche facendo riferimento alla serie “Bridgerton”, suggerendo che il colore della pelle fosse una barriera insormontabile. Tuttavia, le vere preoccupazioni sembrano riguardare il suo approccio agli affari, visto come inappropriato per un membro della famiglia reale.
In risposta alle critiche, la portavoce della principessa, Carina Scheele Carlsen, aveva inizialmente sostenuto che si trattava solo di un “errore” o una “svista”. Tuttavia, una lettera della Oslo Håndverksdestilleri, che ha prodotto il gin per le nozze reali previste per il 29 agosto ad Alesund, ha rivelato che la coppia era coinvolta nella scelta dell’etichetta, compreso l’uso del titolo reale sulle bottiglie.
La lettera, datata 15 luglio e visionata dal giornale Aftenposten, afferma che sia Durek Verrett che Märtha Louise hanno partecipato alla creazione del testo sull’etichetta della bottiglia. Øyvind Giæver dell’ente norvegese per la salute ha confermato che la lettera fa parte dei documenti raccolti nell’indagine, ma ha dichiarato che non saranno fatti commenti fino a quando l’inchiesta non sarà conclusa, prevista per agosto-settembre.
C’è un precedente noto per l’uso improprio di un titolo reale, quello di Harry e Meghan dopo la “Megxit”. Nel gennaio 2020, i duchi di Sussex annunciarono via social media la loro intenzione di trasferirsi oltreoceano e rinunciare agli impegni reali.
Anche in quel caso, la regina Elisabetta II fu chiara con Harry: avrebbe mantenuto i titoli di Altezza Reale e duca di Sussex, ma non avrebbe potuto usarli per scopi commerciali. Di conseguenza, l’account “Sussex Royal” venne presto chiuso. Questo per proteggere l’onore dell’istituzione, altrimenti compromesso da potenziali guadagni commerciali.