La plastica invade la spiaggia, a rischio salute e habitat

di Vincenzo Ammaliato

Invasa l’area di Castel Volturno ma le microparticelle vengono mangiate dai pesci che finiscono sulle nostre tavole

Lo scorso febbraio fece scalpore la scoperta della spiaggia di plastica di Castel Volturno, e le immagini dell’arenile a destra della foce del fiume Volturno interamente coperto di rifiuti plastici fecero rapidamente il giro d’Italia, con una forte indignazione collettiva. Ne seguì un procedimento giudiziario verso ignoti da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere e poi la bonifica della spiaggia da parte sia del Comune domiziano, sia di Campania Ambiente, la società in house della Regione che si occupa di igiene ambientale.

Il ritorno dei detriti

Da qualche settimana, però, complice le mareggiate e le forti correnti la coltre di rifiuti plastici si sta riformando. Intanto, l’indagine condotta in quei giorni di febbraio da carabinieri e guardia di finanza non portò alla scoperta di nessun responsabile diretto del disastro ambientale. O meglio, di nessun singolo responsabile, piuttosto all’individuazione di costanti e collettivi comportamenti errati e illegali all’origine del disastro ambientale. In pratica, i rifiuti che inondarono la spiaggia alla foce del fiume non sono altro che bottiglie d’acqua, flaconi di farmaci, di fertilizzanti, contenitori per alimentari e per l’agricoltura e tanto altro materiale sistematicamente abbandonato illegalmente da gran parte della gente che vive o frequenta l’intera area dove passa il corso del fiume Volturno, anche nei territori a monte, distanti da Castel Volturno molte decine di chilometri. Successivamente gli sversamenti e i depositi illegali i rifiuti galleggiano a pelo d’acqua fino a che sono raccolti dal letto del fiume che nei nei giorni di forti piogge sono trascinati dalle correnti a valle, facendoli depositare un po’ ovunque sulla costa domiziana, ma per gran parte proprio nella ribattezzata spiaggia di plastica.

Al momento, sull’arenile si è depositato circa il 30/40 per cento di rifiuti scoperti lo scorso febbraio. Ma è pressappoco certo che tra due, massimo tre mesi il panorama sarà come quello precedente: decisamente desolante e imbarazzante; perché il fiume continua inesorabile a trasportare rifiuti. Insomma, i rifiuti plastici che compaiono sulla spiaggia di Castel Volturno non sono altro che il simbolo delle cattive abitudini della gente che vive sulle sue sponde, e che produce una grossa quantità di scarti evidentemente non smaltiti regolarmente. Ma il problema non è solo per la cittadina della costa (i cui cittadini peraltro dovranno farsi carico con le proprie tasse della nuova bonifica, come avvenuto per quella precedente). Sulla spiaggia, infatti, si arena solo una minima parte dei rifiuti trasportati dal fiume. La restante è ingoiata dal mare e resta nei suoi fondali per moltissimi anni, compromettendo l’intero habitat. La plastica, infatti, degrada lentamente e rilascia nell’ambiente microparticelle che alterano inevitabilmente e in maniera preoccupante la catena alimentare perché ingerite dagli organismi marini. Insomma, la bottiglia d’acqua, piuttosto che la lattina della bibita gassata non smaltite correttamente secondo il calendario della differenziata per essere riciclate, è molto probabile che possano alterare la catena alimentare e finire all’interno delle pietanze preparate per i pasti di tutti. E Considerando lo scempio della spiaggia di plastica di Castel Volturno c’è da stare poco allegri e non solo sulla costa casertana, ma un po’ ovunque.

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