Tra i millennials la soddisfazione per la propria vita diminuisce con ogni anno di età, per la generazione boomer accade l’opposto
Per il settimo anno consecutivo, la Finlandia si conferma la nazione con il più alto livello di felicità. Tuttavia, le disuguaglianze globali sono in aumento, con differenze sociali ed economiche che crescono per gruppi e fasce di età, compromettendo il benessere di molte popolazioni.
La “disuguaglianza globale della felicità”, come viene definita nel Rapporto, è aumentata di oltre il 20% negli ultimi dodici anni.
Questo è uno dei principali messaggi del World Happiness Report 2024, presentato in occasione della Giornata Mondiale della Felicità dell’ONU. Redatto da un team di ricercatori, i risultati si basano sui dati del sondaggio mondiale condotto da Gallup, analizzati da esperti di benessere come Jeffrey Sachs, John Helliwell e Richard Layard.
“Le indagini annuali di Gallup forniscono una fonte di dati senza pari sulla qualità della vita a livello globale. Ora abbiamo abbastanza anni di dati, dal 2006, per analizzare plausibilmente età e modelli generazionali di felicità,” ha detto John Helliwell, professore alla University of British Columbia.
“Abbiamo trovato risultati sorprendenti. C’è una grande varietà tra i Paesi riguardo alla felicità delle diverse fasce di età. Le classifiche globali della felicità variano notevolmente per i giovani e gli anziani, e questa differenza è aumentata negli ultimi dodici anni.”
Per la prima volta, il Rapporto sulla felicità 2024 presenta dati distinti per fasce d’età, che spesso differiscono dalla classifica generale (ad esempio, la Finlandia non sarebbe in testa se si escludesse la fascia tra i 30 e i 60 anni).
I giovani tra i 15 e i 24 anni sono generalmente più soddisfatti della loro vita rispetto agli anziani, ma dal 2019 il loro benessere è diminuito in diverse aree del mondo, tra cui Europa occidentale, Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale e Nord America.
La Lituania è in cima alla lista per i bambini e i giovani sotto i 30 anni, mentre la Danimarca è la nazione più felice per quelli di età pari o superiore a 60 anni.
In generale, i nati prima del 1965 sono, in media, più felici di quelli nati dal 1980. Tra i millennials (nati tra il 1980 e il 1994), la soddisfazione diminuisce con l’età, mentre tra i boomer (nati tra il 1946 e il 1964) aumenta con il passare degli anni.
Lo studio analizza anche l’impatto della pandemia. Dalla valutazione emerge che i millennials e la generazione Z (nati tra il 1996 e il 2010) sono stati più propensi ad aiutare gli altri nei momenti di bisogno.
Le donne dichiarano una minore soddisfazione di vita rispetto agli uomini intorno ai 12 anni, con un divario che si allarga tra i 13 e i 15 anni, anche a causa degli effetti della pandemia.
Nei primi 10 posti della classifica basata sul biennio 2021-2023 ci sono otto Paesi europei. Dopo la Finlandia, al vertice della graduatoria, troviamo la Danimarca, seguita da Islanda, Svezia e Israele. Completano la top ten Olanda, Norvegia, Lussemburgo, Svizzera e Australia.
La Germania si trova al 24° posto, la Francia al 27°, la Spagna al 36° e l’Italia al 41°. La Libia è il primo Paese africano in lista, alla posizione 66, mentre il Messico (25°) è il primo Paese del Centro America e l’Uruguay (26°) il primo del Sud America.
Da quando sono state misurate le loro prestazioni, Serbia e Bulgaria sono i Paesi che hanno migliorato di più, salendo rispettivamente di 69 e 63 posizioni, ora al 37° e 81° posto.
Gli Stati Uniti, per la prima volta dal 2012, scivolano fuori dalle prime 20 posizioni (23°), a causa di un calo del benessere degli americani sotto i 30 anni. L’Afghanistan è la nazione “più infelice” del mondo (143°), mentre la Cina è al 60° posto.
Interessante è notare la differenza di trend tra le due “metà d’Europa”. Mentre Italia, Germania, Francia e Spagna perdono posizioni, la Repubblica Ceca, la Lituania e la Slovenia vedono crescere la soddisfazione della loro popolazione, ora rispettivamente al 18°, 19° e 21° posto.
Infine, il Rapporto sulla felicità dedica un approfondimento alla soddisfazione di vita tra gli anziani in India (126° posto) e a come sostenere la qualità della vita di una popolazione globale che invecchia, associando demenza e benessere.
Entro il 2050, l’OMS stima che la popolazione mondiale di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, aumentando il numero di persone con demenza a circa 139 milioni. Il rapporto raccomanda quindi strategie per sostenere sia il benessere delle persone con demenza sia dei loro caregiver.
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