di Tina Cioffo- L’8 marzo, un giorno di festa o un giorno da celebrare? Sono ancora troppe le ingiustizie destinate alle donne cosi come tanti sono i diritti negati.
In una festa devono esserci sorrisi, auguri, cose belle da ricordare e anche quella spensieratezza necessaria al clima festoso. In una festa non dovrebbe esserci spazio per le analisi, le polemiche, i diritti da rivendicare. Una festa è tale solo se ci si diverte e basta. E allora perché si parla di Festa della donna? Cosa c’è da festeggiare in una corsa alla dignità della persona continuamente messa in discussione da chi vuole la donna, certo a fasi alterne, amica, moglie, madre di famiglia e comunque attenta, dolce, agguerrita ma senza esagerare? La Giornata Internazionale della Donna va celebrata con significato e già solo chiamarla festa, vuol dire mettere in scacco quel senso di rivendicazione che ancora continua. L’8 marzo dovrebbe piuttosto andare a braccetto con il 25 novembre.
“Dobbiamo guardare al mondo con gli occhi delle madri, con lo sguardo della pace”. E’ la forte esortazione di Papa Francesco espressa oggi 8 marzo, Giornata internazionale della donna, nel discorso alla delegazione dell’American Jewish Commitee, una delle più antiche organizzazioni di advocacy ebraica, impegnata nel dialogo ebraico-cattolico.
Per il Papa il “contributo della donna è insostituibile” nel costruire “un mondo che sia una casa per tutti”. La donna infatti “fa bello il mondo”.
“Fare gli auguri alle donne, in realtà, vuol dire rivolgerli all’intera comunità nazionale – ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – Perché la componente femminile è parte, oltre che essenziale, decisiva della nostra società. Per questo, l’8 marzo si celebrano valori di fondo della nostra vita in comune. Valori che recano il segno delle conquiste realizzate, spesso con fatica e tra molte difficoltà, dalle donne stesse. La condizione femminile è uno di quegli elementi che attestano il grado di civiltà raggiunto da un Paese”.
Eppure, anche nel 2019, l’ 8 marzo è un giorno di lotta con cortei in strada per richiamare l’attenzione sul moltiplicarsi della violenza contro il genere femminile. Tra uno stupro ed un femminicidio le ultime ore non sono passate indenni.
E se l’8 marzo 2019 è sempre meno festa, rimangono invariate le tradizioni, o forse le abitudini, visto che stando ai dati della Cia-Agricoltori italiani” si stima un aumento delle vendite delle mimose del 7% in Italia, con quasi 13 milioni di ‘mazzetti’ da acquistare per regalare a compagne, amiche, colleghe, mentre per la Coldiretti domani ci saranno mimose e fiori per quasi 1 donna su 3 (34%).
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