Jabil, dipendenti in presidio a Caserta chiedono di parlare con Conte

A rischio ci sono 350 posti di lavoro e gli operai dello stabilimento Jabil di Marcianise chiedono di parlare con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Appena due giorni fa si è chiusa senza un accordo tra azienda e sindacati la procedura di licenziamento collettivo che riguarda 350 addetti del sito Jabil su un totale di 700 lavoratori. Stamattina sono stati in presidio all’esterno della Prefettura di Caserta.

Dal prefetto di Caserta

I dipendenti, con i loro rappresentanti sindacali, hanno parlato con un funzionario della Prefettura chiedendo esplicitamente che il prefetto Raffaele Ruberto richieda un incontro con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “La vertenza Jabil – dice il segretario della Fiom-Cgil Francesco Percuoco – non è una vertenza di serie B rispetto ad altre. Qui ci sono 350 lavoratori che rischiano il posto, peraltro in un territorio come quello casertano in cui si registra un tasso di disoccupazione tra i più alti d’Italia, che non può permettersi dunque tutti questi esuberi. I lavoratori sono arrabbiati”. Presenti al presidio anche i rappresentanti delle sigle confederali. Mauro Musella, addetto Jabil nonché delegato della Uilm, dice che “finora questa vertenza non ha avuto il clamore mediatico di altre vicende, penso all’Ilva. Ovviamente, con le dovute proporzioni, anche la vertenza Jabil merita la giusta attenzione perché si inserisce in una provincia disastrata. Conte ha il dovere di convocarci”. Nei prossimi giorni aumenteranno le forme di mobilitazione dei lavoratori Jabil, che già lunedì manifesteranno a Napoli davanti al Consolato Usa, per provare a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ma anche americana.

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