Jabil di Marcianise, sindacati : “Lavoratori completamente abbandonati dalla politica”
A poco più di un mese dalla scadenza della cassa integrazione e con l’incubo licenziamento che si avvicina, i lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise scendono di nuovo in piazza per provare a sensibilizzare la politica soprattutto locale, “assente sia dai tavoli istituzionali che nelle piazze”. Con un corteo iniziato alla stazione ferroviaria di Caserta, gli addetti del sito produttivo casertano hanno attraversato il centro concludendo la marcia nella centrale piazza Margherita.
In bilico il destino dei lavoratori
La vertenza Jabil si trascina dal giugno scorso, quando la multinazionale statunitense dell’elettronica comunicò l’intenzione di procedere a 350 esuberi su 700 lavoratori.
La Jabil ha offerto lo scivolo dell’esodo incentivato, seppur con un esborso molto basso e poco conveniente per i dipendenti, e la ricollocazione presso altre aziende, il cui piano però ancora non decolla. Mauro Musella, lavoratore nonché delegato della Uilm (metalmeccanici della Uil), è pessimista.
La politica assente
“Lo stabilimento Jabil è a forte rischio di chiusura – dice all’Ansa- e delle circa venti aziende interessate ad assumere gli addetti Jabil, alcune non vogliono rispettare gli accordi presi al ministero, per esempio sul rispetto delle mansioni contrattuali”. Matteo Coppola, segretario generale della Cgil di Caserta, afferma con amarezza come la “vertenza Jabil non interessi quasi a nessuno, se non ai sindacati e ai lavoratori coinvolti. Non ad una città distratta, nè ad una politica locale assente”. Per il leader della Cisl di Caserta Giovanni Letizia, “manca una visione strategica di politica industriale, e intanto qui a Caserta le aziende muoiono. I politici casertani devono assumersi le proprie responsabilità”. Giovanni Rao, segretario generale Uilm Campania, avverte che “che il tempo sta stringendo. Non c’è più spazio neanche per l’accordo di programma di cui parla il governatore De Luca.