I lavoratori della “Jabil” di Marcianise impegnati da mesi in una vertenza con l’azienda, chiedono aiuto alle istituzione dopo l’annuncio di 350 esuberi su un totale di 700 addetti.
Lunedì 20 gennaio i dipendenti della “Jabil”, che produce componenti elettronici – terranno un presidio al Centro direzionale di Napoli davanti agli uffici del Consiglio regionale della Campania. Il 23 gennaio è fissata una riunione al Mise in cui si farà al punto della vertenza.
I dipendenti destinati al licenziamento (gli esuberi scatteranno il 23 marzo) dovrebbero essere in parte ricollocati in altre aziende secondo un piano non ancora definito, che genera preoccupazione tra i lavoratori. “Chiediamo alle istituzioni – dice Mauro Musella, della Uilm – di mantenere fede alle promesse fatte. Mi riferisco soprattutto alla Regione, che si è impegnata a reperire aziende del Casertano o comunque nelle altre province campane in cui ricollocare i lavoratori Jabil che saranno licenziati. In questi giorni si sono presentate alcune società disposte a riassumere, ma i progetti sono piuttosto generici. C’è ancora molto da lavorare”.
Già nei mesi scorsi altre aziende si erano dette disposte a riassumere i lavoratori “Jabil”, negli ultimi giorni se ne sono aggiunte quattro: si tratta di un’ azienda farmaceutica di Casoria, una di Casavatore che produce trasformatori industriali per l’Enel, una terza della provincia di Benevento, che produce vetro, ed una società formata dalle imprese produttrici di bici “Schiano s-p.a” di Frattamaggiore (Napoli) e “Tesi” che opera nel settore delle bici elettriche. La richiesta sarebbe di 100 addetti Jabil per uno stabilimento a Marcianise non ancora aperto.
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