Il motivo per cui lo Ius scholae è al centro del dibattito è che, oltre all’opposizione, anche Forza Italia ha espresso il suo sostegno alla riforma, provocando una forte reazione da parte di Lega e Fratelli d’Italia.
Lo Ius scholae è, in generale, il principio secondo cui può diventare cittadino italiano chiunque abbia completato almeno un ciclo di studi in Italia.
I dettagli specifici variano a seconda delle proposte di legge: in particolare, un disegno di legge (ddl) del Partito Democratico (Pd), a prima firma di Paolo Ciani, prevede che possano diventare cittadini i bambini che risiedono in Italia e completano le elementari nel paese. Per chi arriva in Italia dopo i 12 anni, è necessario ottenere il diploma di scuola superiore.
Questo meccanismo avrebbe consentito, secondo il sito “stranieri in Italia” di far diventare da subito italiani 135.000 studenti già presenti in Italia con un incremento annuale di ulteriori 6-7.000. Benché potesse contare su una maggioranza sufficientemente ampia, la proposta si era arenata con la campagna elettorale e l’inizio della legislatura che vede il centrodestra alla guida del Paese.
È importante ricordare che lo Ius scholae è più restrittivo rispetto a un’altra riforma proposta dal Pd, quella dello Ius soli. Quest’ultima consentirebbe di ottenere la cittadinanza italiana a chiunque nasca in Italia, con pochi requisiti aggiuntivi. I dem continuano a sostenere questa proposta, ma sia il Movimento 5 Stelle che Forza Italia si sono detti contrari.
Come detto, lo Ius scholae è al centro del dibattito perché il partito di Antonio Tajani, Forza Italia, ha mostrato apertura verso la discussione su questo tema. Tajani ha affermato che anche Silvio Berlusconi era favorevole allo Ius scholae e che il Paese è pronto a modificare le norme sulla cittadinanza: “Io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualcosa a me, quindi sono libero di parlare”. Questa posizione di Forza Italia ha portato le opposizioni a pensare che la riforma possa davvero essere realizzata.
Tajani ha comunque precisato: “Io ho tanti difetti, ma certamente la lealtà è uno dei pochissimi pregi che ho. Sono sempre stato leale al centrodestra, dal 1994 ad oggi. Quindi, da questo punto di vista, il governo può dormire sonni tranquilli per quanto riguarda Forza Italia“.
Dentro Forza Italia si starebbe ragionando su 2 proposte: dare la cittadinanza italiana quando una bambina o un bambino hanno terminato due cicli scolastici (quindi a 14 anni d’età) oppure al termine della scuola dell’obbligo, cioè ai 16 anni.
Questa mossa ha irritato profondamente il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha ribadito la sua contrarietà, dichiarando dal palco del Meeting di CL: “Lo Ius scholae non è in agenda: una legge c’è già e va bene così”.
Le parole di Salvini sono state seguite da dichiarazioni altrettanto dure da parte dei suoi fedelissimi, tra cui il vice del partito Andrea Crippa e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, anch’egli in quota Lega.
Fratelli d’Italia (FdI), pur essendo contrari alla linea di Tajani, sta cercando di mantenere un tono più moderato, ribadendo che “lo Ius scholae non è nel programma”.
Sul fronte opposto, Pd, Movimento 5 Stelle (M5S), Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Azione, e Italia Viva sono favorevoli all’approvazione della riforma. Tuttavia, un’alleanza troppo palese tra quasi tutta l’opposizione e Forza Italia potrebbe esporre la maggioranza di centrodestra a una spaccatura evidente.
Per evitare ciò, Forza Italia sta cercando un’alternativa, sondando un possibile accordo con i cattolici dei vari schieramenti. Una mediazione possibile potrebbe essere quella proposta da Paolo Ciani, deputato del Pd vicino alla Chiesa, che suggerisce la nazionalità per chi nasce in Italia o arriva entro i 12 anni e completa un ciclo scolastico. Questa proposta ha ottenuto il plauso di figure come l’ex parlamentare azzurra ed ex segretaria dell’Ugl Renata Polverini.
Nel frattempo, gli “sherpa” continuano a lavorare dietro le quinte per trovare una soluzione. Tuttavia, l’ex premier Matteo Renzi ha espresso scetticismo, affermando: “I voti in un modo o nell’altro si troveranno, ma vedrete che Tajani si tirerà fuori all’ultimo tuffo come al solito”.
Il leghista Stefano Candiani ha chiuso: “Ius scholae o Ius soli poco cambia. Se una questione non è negli accordi di maggioranza, non è che si è liberi di votare contro la propria maggioranza, come sostegno alcuni in Forza Italia”. Per Fratelli d’Italia, il deputato Francesco Filini ha commentato: “Non è nel programma del centrodestra, quindi non portiamo avanti il programma della sinistra”, mentre il senatore Raffaele Speranzon ha ricordato la proposta leghista per eliminare il limite dei due mandati ai presidenti di Regione: “Non era nel programma del centrodestra ma una volta che abbiamo letto la proposta, abbiamo detto la nostra. Qui aspettiamo una proposta di legge”.
Fino alla riapertura del Parlamento, nei primi giorni di settembre, le posizioni dei partiti sono destinate a restare solamente sulla carta. Oltre a Forza Italia, tutti gli schieramenti di opposizione si sono detti favorevoli allo Ius scholae.
Con questi numeri, una proposta di legge potrebbe effettivamente passare. Ma resta da vedere se al momento del voto FI rischierà davvero di aprire una spaccatura nella maggioranza. O se invece il tema della cittadinanza sarà usato come ‘pedina di scambio’ con il resto del centrodestra, per ottenere più spazio su altri dossier.
Alla Camera attualmente è depositata una proposta del Pd, a prima firma di Paolo Ciani. Questa include anche lo Ius scholae, e potrebbe essere uno dei testi di partenza per il dibattito.
Nel frattempo, è possibile che le opposizioni presentino una mozione alla Camera chiedendo al governo di intervenire: così si porterebbe subito la questione a un voto, anche se senza effetti concreti, e si obbligherebbe FI a prendere posizione. Si potrà lavorare insieme “se non è una boutade agostana e se loro fanno sul serio”, ha affermato il senatore del Pd Alessandro Alfieri.
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