ISS, gli astronauti bloccati a bordo non potranno tornare prima del 2025
Gli astronauti Butch Wilmore e Sunita Williams bloccati nella ISS da giugno a causa di problemi tecnici torneranno sulla Terra nel 2025
I due astronauti che sono a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) da 81 giorni torneranno sulla Terra il prossimo anno. La NASA ha preso questa decisione dopo una serie di riunioni e confronti per definire un piano di recupero. La missione di Butch Wilmore e Suni Williams sarebbe dovuta durare poco più di una settimana a giugno, ma la capsula Starliner di Boeing, che li ha trasportati oltre l’atmosfera terrestre, ha riscontrato alcuni problemi tecnici. Di conseguenza, la NASA ha stabilito che non è un mezzo sufficientemente sicuro per il rientro sulla Terra.
Durante il decollo, all’inizio di giugno, non erano state segnalate anomalie, ma prima che Starliner raggiungesse la ISS, sono emersi problemi ai sistemi di manovra. Cinque dei 28 propulsori utilizzati per orientare la capsula e regolare la sua rotta hanno smesso di funzionare, richiedendo ulteriori attività per permettere l’attracco con la Stazione Spaziale a circa 400 chilometri di altitudine.
ISS: gli astronauti bloccati a bordo non potranno tornare prima del 2025, perché?
Norman Knight, dirigente della NASA, ha dichiarato di aver parlato con i due astronauti, i quali hanno supportato la decisione di prolungare la permanenza in orbita e continuare la loro missione. Starliner si sgancerà dalla ISS e tornerà sulla Terra a inizio settembre senza nessuno a bordo. Il prossimo lancio verso la ISS sarà gestito da SpaceX e avverrà, secondo i piani, il 24 settembre. La capsula Crew Dragon trasporterà due astronauti invece dei quattro previsti per una missione di sei mesi sulla ISS. Wilmore e Williams prenderanno il loro posto e torneranno quindi a febbraio.
La missione di giugno era cruciale per dimostrare l’affidabilità e la sicurezza di Starliner nel contesto del programma della NASA volto ad affidare i viaggi verso la ISS a compagnie private, come già avvenuto con successo con SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk. Starliner è infatti un veicolo sviluppato da Boeing.
Boeing, una delle aziende più importanti e storiche degli Stati Uniti con numerosi contratti pubblici nel settore aerospaziale, è stata al centro dell’attenzione delle autorità di controllo e dei media per mesi, dopo il distacco in volo di una porta di emergenza da un suo aeroplano, un Boeing 737 MAX 9. Questo incidente ha suscitato nuove critiche e dubbi sugli standard di sicurezza seguiti da Boeing nella produzione dei propri aerei, soprattutto dopo che tra il 2018 e il 2019 due 737 MAX erano precipitati, con responsabilità evidenti dell’azienda.
Negli ultimi anni, Boeing ha affrontato difficoltà di immagine, rischiando di perdere importanti contratti con compagnie aeree a favore di Airbus, l’unica altra grande azienda produttrice di aerei civili a livello mondiale. Starliner è realizzata da una divisione separata rispetto a quella che si occupa degli aeroplani, ma il marchio Boeing è lo stesso, e anche nella costruzione di Starliner sono emersi problemi e ritardi.
Le incertezze sulle reali cause del malfunzionamento dei propulsori hanno portato a un lungo confronto tra i tecnici di Boeing e della NASA, determinando la prolungata permanenza di Williams e Wilmore sulla ISS. Sulla Stazione Spaziale ci sono risorse sufficienti per supportare i due astronauti aggiuntivi, ma la loro permanenza prolungata avrà comunque conseguenze su altre missioni, dato che i posti sulla ISS sono limitati. Alcune conseguenze sulle attività in orbita si sono già manifestate. Nelle settimane successive al lancio di Starliner, la NASA ha rinviato di almeno un mese il lancio della prossima missione con astronauti verso la ISS gestito da SpaceX.