Una piattaforma online confusionaria, qualche goffo errore: ecco come ci si è trovati con il numero più alto di candidati della storia islandese
Il 1° giugno in Islanda si terranno le elezioni presidenziali. In questo piccolo paese nordico, il presidente svolge un ruolo prevalentemente cerimoniale ma di grande importanza simbolica. Quest’anno, tuttavia, le elezioni hanno assunto una piega inaspettata, con un numero insolitamente alto di candidati, molti dei quali nella corsa solamente per errore. L’attuale presidente Guðni Jóhannesson, in carica dal 2016, aveva annunciato a gennaio che non si sarebbe ricandidato per un terzo mandato. Con l’apertura delle candidature, ben 150 persone si sono proposte per la presidenza, un numero straordinariamente alto rispetto alle elezioni precedenti, dove raramente i candidati superavano la decina.
Il fenomeno ha incuriosito i giornalisti islandesi, che hanno deciso di intervistare alcuni dei candidati per capire le loro motivazioni. Sorprendentemente, molti di loro hanno risposto di non sapere nemmeno di essersi candidati. Questo strano episodio è emerso da una combinazione di fattori legati alla modalità di candidatura. Quando Jóhannesson fu rieletto nel 2020 con oltre il 92% dei voti, il processo di candidatura era già stato digitalizzato, permettendo ai cittadini di raccogliere le 1.500 firme necessarie per candidarsi attraverso una piattaforma online. Tuttavia, allora pochi avevano tentato di sfidare il presidente uscente, praticamente certo della rielezione.
La confusione della piattaforma
Quest’anno, invece, diversi nuovi candidati, soprattutto politici islandesi, hanno esortato i loro elettori a visitare la pagina web ufficiale per sostenere le loro candidature. La pagina, denominata “Raccolta di adesioni per i candidati alle presidenziali del 2024”, serviva sia per candidarsi che per firmare a favore di un altro candidato.
Thorbjorg Fridriksdottir, una proprietaria di un albergo di 59 anni, ha raccontato a Bloomberg di aver scoperto la sua candidatura per errore mentre era in vacanza in Austria. “Ero seduta in un ristorante a Vienna quando qualcuno dell’emittente nazionale mi ha chiamato perché mi ero candidata alla presidenza. Mi ha molto sorpresa”, ha raccontato Fridriksdottir. “È stato molto maldestro da parte mia. Non avevo gli occhiali e, a quanto pare, ho aperto per sbaglio la mia raccolta firme”. Simili incidenti sono capitati anche a persone più giovani, come l’influencer Alda Coco.
Le conseguenze
La designer di siti web Anna Andersen ha spiegato che il problema risiedeva nella struttura della pagina, che non era chiara. La sezione superiore della pagina conteneva un testo esplicativo lungo, terminando con un grande pulsante con scritto “Accedi”. Questo pulsante, il più visibile della pagina, ha tratto in inganno molti utenti, che hanno avviato la propria candidatura pensando di sostenere qualcun altro. Dopo le prime decine di candidature, il governo islandese ha modificato la pagina, sostituendo “Accedi” con “Crea una raccolta di adesioni” e spostando la lista delle petizioni aperte in cima. Nonostante queste modifiche, l’alto numero di candidati ha continuato ad aumentare, principalmente perché era molto facile iscriversi.
Un esercito di candidati
Fridriksdottir è tra le circa 70 persone che si sono ritirate dopo aver scoperto l’errore, ma altrettante si sono iscritte di proposito, alcune per scherzo e altre pensando di avere una possibilità di raccogliere le firme necessarie. Alla fine, solo 12 candidati sono riusciti a raccogliere le firme e appariranno sulla scheda elettorale, il numero più alto nella storia del paese. Tra questi ci sono ex primi ministri, professori universitari, una modella e produttrice televisiva, un pescatore e un comico ed ex sindaco di Reykjavík.