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Categories: Società

In marcia per l’ex Canapificio a Caserta. I manifestanti alla Regione: “Servono i lavori”

Migliaia di persone in piazza a Caserta, un corteo per chiedere una nuova sede per il centro sociale ex Canapificio o per la messa in sicurezza del capannone sequestrato. I manifestanti sfilano per le strade della città e dinanzi al Reggia.

La marcia

Un appello alla Regione Campania affinché provveda a lavori di somma urgenza per mettere in sicurezza il capannone dell’ex Canapificio di Caserta, centro sociale attualmente sotto sequestro, è stato lanciato dagli organizzatori della marcia. Un’invasione pacifica tenuta il giorno dopo un’altra marcia, quella di #Fridaysforfuture. I manifestanti provengono non solo da Caserta, ma da tutta Italia e stanno sfilando dinanzi alla Reggia e per le strade della città.

Il sequestro

Una marcia organizzata dopo il sequestro ordinato martedì scorso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ed eseguito dai carabinieri, dell’immobile di proprietà della Regione – ubicato nei pressi della Reggia borbonica – che da anni ospita il Centro sociale; l’associazione a Caserta gestisce lo Sprar, il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, lo sportello dedicato ai cittadini per la richiesta del reddito di cittadinanza e il progetto Piedibus. Il sequestro è stato disposto per problemi strutturali dell’immobile, fatiscente e bisognoso di messa in sicurezza.

“Lo stesso Gip di Santa Maria Capua Vetere – spiega all’Ansa Mimma D’Amico, responsabile del Centro sociale – nell’ordinanza di convalida del sequestro, ha ribadito che è la Regione a dover fare i lavori urgenti, e solo così la nostra sede potrà riaprire e fornire servizi a immigrati e cittadini. Un’intera comunità chiede che il centro organizzativo di un modello di inclusione utile a tutti i cittadini ed esempio virtuoso in Italia, sia riaperto”. Dal canto suo il Procuratore di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone ha spiegato nei giorni scorsi di essere intervenuta per tutelare le persone che lavorano nel capannone, essendo concreto il rischio di crollo.

redazione

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