Dal mondo

Imballaggi in cartone, alcune aziende italiane contribuiscono alla deforestazione in Svezia

Le foreste della Svezia sono a rischio deforestazione, ecco quali sono le aziende che stanno aggravando la situazione 

Lo sfruttamento delle risorse provenienti dalle foreste sta arrivando a livelli decisamente preoccupanti in tutto il mondo.

Il caso della Svezia ha risvegliato un interesse globale dopo che Greenpeace ha rilasciato un report con dati aggiornati tutt’altro che positivi, incentrati sulle conseguenze negative della realizzazione di imballaggi in cartone.

Centinaia di alberi millenari sono stati abbattuti e le dirette responsabili sarebbero delle aziende italiane che noi tutti conosciamo bene…

La deforestazione in Svezia

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ogni anno perdiamo 13 milioni di ettari di foreste a causa della deforestazione e le conseguenze stanno diventando potenziamenti irreversibili.

In Svezia solo il 3% delle foreste sono protette e per procurarsi del legno tagliando alberi dalle altre aree boschive basta fare una semplice richiesta al governo, che viene concessa senza troppi indugi e vale addirittura cinque anni.

Il tasso di deforestazione svedese è pari al 6.2% e il problema sono le pessime politiche di gestione forestale europea. Purtroppo la Svezia è solo un esempio di questa pessima gestione.

Greenpeace: le aziende italiane stanno deforestando la Svezia

Le aziende italiane che stanno contribuendo alla deforestazione in Svezia sono Lavazza, Bertolli, Granarolo e Mutti che si riforniscono da cartiere come Smurfit Kappa e DS Smith. Oltre a queste aziende italiane anche Amazon, Zalando ed HelloFresh si fioriscono dalle stesse cartiere che, per realizzare imballaggi in cartone, disboscano in modo intensivo il territorio. 

Alcune aziende italiane stanno incrementando il disboscamento in Svezia – Unsplash – ireporters.it

Soprattutto l’e-commerce fa un utilizzo massivo di imballaggi in cartone per impacchettare e spedire i prodotti e questa crescente richiesta, che sta aumentando esponenzialmente di pari passo al commercio online, sta diventando un enorme problema per diversi paesi del mondo, tra cui appunto la vicina Svezia.

Ecco le parole di Martina Borghi, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia: 

“È inaccettabile che stiamo distruggendo alcuni degli ecosistemi più importanti d’Europa per produrre imballaggi usa e getta. Le aziende che utilizzano tali imballaggi devono ripulire le proprie filiere dalla distruzione delle foreste, adottare soluzioni alternative e sostenere l’UE nella protezione delle ultime foreste rimaste.”

L’obiettivo per i prossimi anni deve essere quello di escludere l’utilizzo di cellulosa delle foreste dalle filiere ed eliminare gli imballaggi monouso.

Ikea e la deforestazione

Pochi mesi fa un ulteriore scandalo ha colpito una delle aziende svedesi più famose in tutto il mondo, ovvero Ikea. Nonostante le sue politiche green e di tutela ambientale sembrerebbe che per realizzare i mobili del suo catalogo utilizzi in gran misura legno proveniente dalle foreste europee.

Secondo una ricerca Greenpeace la catena di approvvigionamento di alcuni prodotti Ikea starebbe agendo in modo deleterio sui Carpazi della Romania, su cui giacciono intere aree boschive millenarie a serio rischio di andare perdute per sempre.

Queste foreste vetuste della Romania vengono messe a rischio da diverse aziende tra cui la svedese Ikea, che sembra voler preservare i boschi del proprio paese ma non farsi problemi ad usufruire di questo legname centenario. Prima di rilasciare questo comunicato, Greenpeace ha chiesto ad Ikea di ribattere alle accuse e quest’ultima non ha contestato.

Martina Borghi si è espressa anche in merito a questa tematica: 

“Nonostante l’Unione Europea si presenti  come un modello nella lotta ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, ogni giorno tollera sul suo territorio crimini contro la natura. Le foreste vetuste europee sono vitali per il clima del pianeta e dovrebbero essere efficacemente protette. Invece, per esempio, nei Carpazi ogni ora viene distrutta un’area di foresta pari a cinque campi da calcio e si stima che negli ultimi vent’ anni la Romania abbia perso più del 50% delle sue foreste vetuste a causa della deforestazione.”

Abbiamo riportato anche questo esempio non solo perché Ikea è una nota azienda svedese, ma per fare capire che il problema della deforestazione è su larga scala e purtroppo non coinvolge solo l’Europa.

Intervenire per salvare i grandi polmoni della terra è necessario se vogliamo invertire la pericolosa rotta che abbiamo intrapreso e le soluzioni esistono, sopratutto con il progredire della ricerca e della tecnologia. 

La speranza è che questi report provochino un cambiamento: non è utile puntare il dito e condannare, quello che bisogna fare è prendere atto del problema e fare qualcosa di concreto per risolverlo.

Speriamo che tutte le aziende italiane e non coinvolte si rendano conto dei danni arrecati all’ambiente e scendano in campo seriamente per la salvaguardia delle foreste, perché decantare i propri obiettivi di sostenibilità senza perseguirli davvero non ha alcuna utilità.

Alessia Barra

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