Il pm Ardituro al Premio letterario don Diana: “Ora camorra più sofisticata”

di Tina Cioffo– Il pm Antonello Ardituro, magistrato della Dda di Napoli, intervenuto a Castel Volturno per il Premio artistico e letterario don Peppe Diana, ha parlato agli studenti senza nascondere anche la verità più dura.

Se tanti ragazzi riflettono su don Peppe Diana e sul bisogno di fare memoria impegnandosi con tanta passione, vuol dire che 25 anni non sono trascorsi invano”. Lo ha detto Antonello Ardituro, già magistrato del Csm e ora Sostituto Procuratore della Dda di Napoli, intervenendo alla consegna dei riconoscimenti del Premio Artistico Letterario don Peppe Diana, tenutosi il 22 maggio, presso la scuola Carabinieri Forestali di Castel Volturno.

Osservare per capire

Certo la camorra così come la conoscevamo è stata sconfitta ma non possiamo negare i tanti problemi che ancora esistono e il posto che più li sintetizza con grandi sconquassi è Castel Volturno, ha detto Ardituro, parlando agli studenti delle tante scuole che hanno partecipato al concorso promosso da Scuola di Pace don Diana, Comitato don Peppe Diana e Libera Caserta. “Basta osservare questo straordinario posto per prendere atto di riflessioni ed emozioni opposte. La luce di Castel Volturno non la trovi ovunque ma poi al tempo stesso ti rendi conto che sei in un posto distrutto. Le “montagnelle’ di rifiuti che hanno completamente deturpato il territorio, sono un pugno nello stomaco. Ti rendi conto di quanto in avanti si sia spinta la criminalità ma anche il silenzio di coloro che hanno permesso un tale scempio, naturale ed umano. Qui – ha aggiunto- c’è tutto quello che di male é accaduto ma anche il bene che può e deve essere fatto“.

Dopo la stagione degli omicidi, la camorra dell’imprenditoria, della burocrazia e delle amministrazioni

E dal magistrato che ha dedicato la sua carriera alla lotta alla camorra, non è mancata una disamina dura e impietosa sullo stato dell’arte, in un periodo per il Casertano che potrebbe essere definito calmo e quasi del tutto assente di elementi criminali, se la misura sono gli omicidi e gli spari per strada, così come avviene a Napoli e dove la bambina di quattro anni, Noemi, ha rischiato di perdere la vita colpita da un colpo vagante. “Certo non si spara ma siamo ancora in terra di camorra, dove i Casalesi hanno ucciso ed inquinato. Dove i morti ammazzati innocentemente purtroppo non sono mancati. Ora però, c’è una camorra più sofisticata gestita dall’imprenditoria, nella burocrazia, c’è quella delle libere professioni e nelle amministrazioni a vario livello. Assistiamo ad una dilagante camorra subdola e molto più difficile da scovare, perché è silente ma ugualmente pericolosa perché limita la libertà e uccide la speranza. E allora come si fa a combatterla? “, ha chiesto rivolgendosi ai tanti studenti in sala.

Sviluppo ed etica della scelta per salvarsi

“Non rinunciare al lavoro e allo sviluppo e con l’etica della scelta e della responsabilità che si impara soprattutto a scuola“, ha continuato Ardituro incoraggiando allo studio, oltre un centinaio di giovani, più piccoli ma anche liceali, tutti attenti ad ascoltarlo. “La scuola è un bene prezioso che non deve essere dato per scontato. Per voi è quasi gratis e comunque naturale ma non lo è per tutti, se ricordiamo quel ragazzino che voleva venire in Italia per un futuro migliore e portava con sé l’unico bene posseduto: la sua pagella che la mamma gli aveva cucito nel giubbotto perché voleva che si sapesse che il figlio amava studiare”. “Ha parlato sinceramente e non si è nascosto dietro alle solite frasi di circostanza, sono contento di averlo ascoltato”, ha detto Marco, un ragazzo fra i tanti che poi gli hanno chiesto una fotografia insieme.

 

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