Il governo Conte frena sulla fase 2: riaprire tutto è pura follia

Arriva una brusca frenata dal governo sulla Fase 2, dal Nord si fanno pressioni per la riapertura ma la task force vuole aperture scaglionate.

La fase 2 in Italia sarà scaglionata, lo ha deciso il governo Conte in collaborazione con la task force guidata da Vittorio Colao. Così si spengono le voci su una riapertura immediata di tutte le attività. Con ogni probabilità ci sarà prima una riapertura delle industrie manifatturiere, poi l’edilizia e di conseguenza il commercio. Mentre per cultura, svago, tempo libero e forse turismo si potrebbe addirittura slittare tutto a settembre. Il governo vuole andarci cauto su questa fase post lockdown e vuole evitare qualsiasi sviluppo di nuovi focolai. Eppure a spingere per una riapertura totale sono le Regioni del Nord Italia, ovvero quelle maggiormente segnate dal problema coronavirus. Nella serata di ieri in un confronto proprio con i rappresentanti di Regioni ed Enti Locali, il governo ha spiegato che si procederà con cautela.

FASE 2: RESTANO LE ZONE ROSSE

Oltre alla riapertura parziale c’è stato anche il veto all’apertura anticipata al 27 aprile, così come chiedevano tanti governatori. Bisognerà attendere altri 15 giorni per avere una parziale ripresa delle attività. Gli step saranno graduali e le condizioni di salute del paese saranno valutate di volta in volta,anche perché il governo non si può permettere di dover chiudere di nuovo tutto qualora dovessero verificarsi dei nuovi focolai di infezione. Anche perché bisogna considerare il fatto che nelle regioni più colpite l’emergenza sanitaria è ancora molto evidente.

Proprio per questo si pensa ad una permanenza delle zone rosse, così come al blocco degli spostamenti tra le varie regioni. In questo modo si placherebbero anche le preoccupazioni dei governatori del Sud, spaventati da una nuova possibile ondata di rientri dalle aree maggiormente colpite dal covid 19. Tanto che De Luca si era detto pronto a chiudere i confini campani.

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