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Il Digital Services Act promette di rivoluzionare il mondo digitale in Europa, ma come?

Nel variegato panorama di Internet, il tema della sicurezza è tra i più importanti e sentiti. Sia da chi eroga servizi, sia da chi li usa e quindi li sfrutta, e cioè i consumatori. In un panorama sempre più frastagliato, al punto che si fa ancora confusione tra i concetti Deep e Dark Web, è necessario innalzare i filtri e gli standard per proteggere gli utenti e tutelare le persone, prima ancora che i dati e la loro esposizione a pericoli di ogni genere.
Il mondo del digitale, che altro non è che una costola di un universo molto più largo ed esteso, è quello più colpito da contenuti che spesso violano leggi e norme, operando nel campo dell’illegalità anche all’insaputa dei soggetti che vi si imbattono. Viene pensato in questo senso il DSA, Digital Services Act, varato dall’Unione Europea con l’intento di intensificare i controlli sui contenuti illegali presenti sulle piattaforme dei giganti della tecnologica, i cosiddetti Big Tech. Entra in vigore, come spiegano dal blog di GamingInsider, un progetto che imporrà ai grandi social network e a varie piattaforme maggiori controlli, più responsabilità e moderazione nei contenuti pubblicati e da pubblicare. Un atto che è destinato a cambiare le politiche di Amazon, Facebook, Instagram et similia sul territorio dell’Unione. Con il chiaro intento di proteggere gli utenti nel rispetto della libertà di espressione e di opportunità per le imprese. Il diktat è uno: rendere illegale ciò che è illegale anche offline.
Il rapporto col mondo digitale dei cittadini dell’Unione dunque cambierà: c’è uno spazio, quello digitale, che va protetto dalla diffusione di contenuti illegali. Più importante e necessario tutelare i diritti degli utenti.
Ad essere coinvolti saranno le Big Tech, come anticipato. I giganti della tecnologia, il cui valore spesso supera i PIL dei paesi più sviluppati, sono mondi virtuali, autentiche comunità, spesso anche da oltre 50 milioni di utenti attivi. Venti aziende che muovono il mondo: Google, Apple, Facebook, ma anche Microsoft, Booking, Zalando, TikTok.
Aziende che da oggi dovranno attenersi ad uno scrupoloso controllo dei propri servizi, fornendo mezzi e strumenti per contrastare e rimuovere contenuti ritenuti problematici. Assicurando peraltro più trasparenza e chiarezza sui dati. Tramite algoritmi di raccomandazione da verificare da parte degli enti sotto sorveglianza dell’Unione Europea. Chi viola il DSA andrà incontro a pesanti sanzioni, pari fino al 6% delle vendite annuali delle aziende sopracitate.
Un atto che promette di rivoluzionare l’intero settore digitale, l’intrattenimento videoludico soprattutto. Protezione, miglioramento dei controlli, avvisi in caso di problematicità. Un passo enorme, in attesa di valutarne gli eventuali benefici.

redazione

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