La Cassazione ha delineato i confini entro cui si muove il giornalismo d’inchiesta, collegandolo esplicitamente alla libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione che “tutela la libertà di espressione, riconoscendo il ‘ruolo civile e utile alla vita democratica’ del giornalismo investigativo
Francesco Giubilei del movimento Nazione Futura ha criticato il lavoro di Fanpage e della giornalista sottocopertura che si è infiltrata nel movimento fingendo di avere ideali di destra. Backstair, l’unità investigativa di Fanpage.it, ha realizzato una video inchiesta per entrare in una realtà che ha ereditato gli elementi di movimenti giovanili della Destra italiana e che conta oggi decine di migliaia di tesserati in tutta Italia. La giornalista ha partecipato ad alcune convention di Nazione futura, per potersi poi infiltrare nel movimento giovanile di Fratelli d’Italia Gioventù nazionale.
Francesco Giubilei che guida il movimento Nazione Futura ha messo in dubbio la correttezza dell’inchiesta: “Questa persona, ancor prima di infiltrarsi in Fratelli d’Italia, si è infiltrata nella redazione del giornale di Nazione Futura. Mi domando se dal punto di vista deontologico sia normale e corretto tra colleghi infiltrarsi in una redazione“. “Stiamo preparando un esposto all’Ordine dei giornalisti, è corretto infiltrarsi?“, ha continuato.
Anche Maurizio Gasparri ha criticato il lavoro di Fanpage e mentre era ospite della trasmissione L’aria che tira su La7 ha commentato le scene della video inchiesta in cui si ascoltano inni al Duce e saluti fascisti: “È una cosa tecnica da giornalista. In quel servizio si vedevano ogni tanto degli inserti che mica si capisce se sono stati ripresi in continuità nello stesso luogo. Quando si sente il coro ‘Duce, Duce’, è buio, quindi potrebbero essere tifosi della Casertana“.
La Cassazione, con l’ordinanza n. 30522 depositata il 3 novembre 2023, ha delineato i confini entro cui si muove il giornalismo d’inchiesta, collegandolo esplicitamente alla libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione che “tutela la libertà di espressione, riconoscendo il ‘ruolo civile e utile alla vita democratica’ del giornalismo investigativo che deve esistere ed essere tutelato anche se non approda ad una verità“.
La Corte spiega che il valore del giornalismo d’inchiesta risiede proprio nella capacità di stimolo nei confronti della collettività, al punto che se ne devono valutare gli esiti “non tanto alla luce dell’attendibilità e della veridicità della notizia, quanto piuttosto dell’avvenuto rispetto da parte del suo autore dei doveri deontologici di lealtà e buona fede”
Nel documento si legge: “L’attenuazione del canone di verità si giustifica alla luce del principio costituzionale in materia di diritto alla libera manifestazione del pensiero, quando detto giornalismo indichi motivatamente un sospetto di illeciti”.
Il giornalismo di inchiesta – prosegue l’ordinanza – “opera una meno rigorosa e, comunque, diversa applicazione del requisito dell’attendibilità della fonte, fermi restando i limiti dell’interesse pubblico alla notizia e del linguaggio continente, ispirato ad una correttezza formale dell’esposizione, occorrendo valutare non tanto l’attendibilità e la veridicità della notizia, che il giornalista investigativo ha direttamente acquisito, quanto piuttosto il rispetto dei doveri deontologici deontologici di lealtà e buona fede”.
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