Giovanni Morelli, chi era il musicologo e il suo legame con Luigi Nono

La fondazione Ugo e Olga Levi dedica diversi incontri e iniziative relative alla figura del musicologo, analizzando ciò che lo lega al celebre compositore veneziano

Un’aura di leggenda accompagna la figura di Giovanni Morelli (1942-2011), didatta instancabile, promotore di iniziative che hanno lasciato il segno nelle istituzioni culturali veneziane, musicologo sui generis, al tempo stesso rigoroso e visionario. La sua produzione saggistica conta oltre quattrocento titoli e si qualifica per un tasso di sofisticatezza e sperimentalismo che la rende affascinante, ma quasi inaccessibile. Il progetto di ricerca nasce con l’intento di favorire la conoscenza del magistero morelliano, scalfendo la cortina di impenetrabilità e prendendo sul serio la sfida della comprensione dei testi.

Gli eventi dedicati a Morelli

La Fondazione Ugo e Olga Levi, profondamente legata alla figura Giovanni Morelli, gli ha dedicato molte iniziative anche con il sostegno dell’Associazione Giovanni Morelli e altre istituzioni tra cui il Dipartimento di filosofia a beni culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in cui Morelli ha insegnato per lunghi anni. Il 14 maggio, in occasione del compleanno del musicologo veneziano, la Biblioteca ‘Gianni Milner’ resterà aperta fino alle 20:00 con un’installazione sonora di una playlist creata attraverso le scelte musicali che Morelli fece alla Fondazione Cini nel 2005 in occasione di un ciclo di 30 incontri di ascolti.

Il legame tra Morelli e Luigi Nono

Il convegno “Il mondo di Nono visto da Giovanni Morelli: nostalgie utopiche e prospettive attuali”, in programma il 17 e il 18 maggio sempre alla Fondazione Levi, viene ideato invece in occasione del centenario della nascita di Luigi Nono. Nelle sue sessioni, le diverse relazioni cercheranno di creare un raffronto – o meglio, un incrocio di sguardi – tra la figura del musicista e quella dello studioso. Esisteva infatti un rapporto di affinità che legava Giovanni Morelli a Luigi Nono. Il musicologo ha, infatti, vissuto nelle stesse calli del compositore veneziano, seguendone la parabola creativa e facendosi interprete del suo lascito compositivo. L’idea di questo incontro nasce all’interno di un gruppo di ricerca della Fondazione Levi, Il Novecento di Giovanni Morelli: Prove di esegesi sugli scritti, che da due anni si interroga sui temi morelliani.

Gli studi

Il campo prescelto sono gli scritti sul Novecento, in cui si spazia da questioni sociologiche (la crisi della musica d’avanguardia) a problemi teorico-estetici (la lontananza, il rituale, le pratiche improvvisative), attraverso una serie di studi monografici su compositori quali Stockhausen, Kurtág, Berio e Nono. Su modello della ‘prova di ritratto’, che torna nei saggi di Morelli come tentativo di delineare i contorni sfuggenti di un soggetto, il gruppo di studiosi mette in atto delle ‘prove di esegesi’, per far emergere i cardini del pensiero dell’autore, le connessioni interdisciplinari, gli interrogativi aperti a futuri sviluppi.

Luigi Nono
Luigi Nono | Ansa – ireporters.it

Il lavoro ermeneutico, svolto con l’ausilio dei materiali dell’Archivio Morelli della Fondazione Levi, diventa il punto di partenza per strategie di divulgazione che coinvolgeranno studenti e musicisti. In forme laboratoriali, si cercherà di far rivivere i temi della ricerca morelliana, particolarmente interessata ai processi percettivo-cognitivi, stimolando il dibattito sulla musica contemporanea e sulle nuove dinamiche di fruizione sonora. Un rapporto di affinità lega Giovanni Morelli a Luigi Nono. Il musicologo docente a Ca’ Foscari ha vissuto nelle stesse calli del compositore veneziano, seguendone la parabola creativa e facendosi interprete del suo lascito di suoni e di ideali (basti ricordare il Ritratto di Luigi Nono del 1995, in cui la più ardita fantasia espositiva si unisce al rigore dell’indagine storiografica, o i saggi dedicati a opere simbolo del ‘tardo stile’, come Das atmende Klarsein e Prometeo).

Il senso del lavoro di Morelli

Seppur determinante, il contributo di Morelli resta ancora in ombra, nell’attesa di una disamina che ne riveli le premesse e le intuizioni. Nel centenario della nascita di Nono, questo convegno tenta per la prima volta un raffronto o meglio, un incrocio di sguardi tra la figura del musicista e quella dello studioso, mettendo a frutto alcune idee elaborate da un gruppo di ricerca della Fondazione Levi, che da due anni si interroga sui temi morelliani (Il Novecento di Giovanni Morelli: Prove di esegesi sugli scritti). Il concorso di relatori esterni al gruppo non potrà che arricchire le occasioni di dibattito, in un percorso che esplora vari aspetti della diade ‘Nono-Morelli’: l’ipotesi di una scuola veneziana, discendente dalla lezione di Gian Francesco Malipiero; il genere della ritrattistica come via di fuga dagli accademismi del discorso musicologico; l’analisi delle opere alla luce delle fonti d’archivio; e infine la poetica della lontananza, che diventa anche possibilità di cogliere intersezioni tra linguaggi compositivi, echi del passato novecentesco nella musica d’oggi.