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Attualità

Giornata internazionale contro l’omofobia, come è nata e perché è importante

Oggi, 17 maggio è la giornata internazionale contro l’omofobia, e dovremmo tutti riflettere sul suo significato

La giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e bifobia cade ogni anno il 17 maggio a partire dal 2004. È stata scelta questa data perché lo stesso giorno nel 1990 veniva finalmente estromessa l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali da parte dell’OMS. Potrà sembrarvi paradossale ad oggi pensarlo, ma un tempo provare attrazione verso una persona dello stesso sesso veniva considerato contro natura e addirittura una patologia mentale.

Ancora oggi, nonostante non sia più catalogata come malattia, l’omosessualità viene considerata un reato in 69 paesi del mondo e le persone transgender perseguitate sia a livello sociale che a livello legale. 

Ma da dove nasce tutto questo? Dalla società in cui viviamo e da alcuni pregiudizi che ci accompagnano da sempre.

Società eterosessista e mascolinità diffusa alla base dell’omofobia

Per prima cosa dobbiamo ricordare che la società in cui viviamo è eterosesssista, ovvero considera la coppia “normale” composta da maschio e femmina, perciò qualsiasi altro caso viene considerato appunto anormale, sbagliato e antisonante. Questo è una sorta di pregiudizio appreso fin da bambini, poiché avvertiamo una divisione netta di ruolo tra maschio e femmina e cresciamo con un esempio prototipo di questo tipo di relazione, ovvero i nostri genitori. 

Il pregiudizio limita la libertà – Unsplash – ireporters.it

Un altro aspetto particolarmente sedimentato nella società in cui viviamo è quello della mascolinità. Si tratta di una sorta di condanna con cui deve convivere l’uomo medio: non può mai dimostrarsi debole, non può mai comportarsi in modo che possa essere etichettato come troppo femminile, deve sempre essere prestante, pronto all’azione e via discorrendo. Le persone omosessuali tendono a rompere, non in tutti i casi ovviamente, questo paradigma e quindi ad andare ancora una volta a smuovere dei pilastri interiorizzati. L’omofobia legata alle coppie di uomini rispetto che alle coppie di donne, per questo motivo, è più accentuata e prevede comportamenti più violenti.

Maggiore contatto ed esposizione per vincere l’omofobia

Un tempo c’era molta più ignoranza rispetto al mondo LGBTQ + e questo perchè mancavano occasioni di contatto ed esposizione.

In poche parole, l’essere umano tende ad essere spaventato da ciò che non conosce, quindi l’unico modo per smettere di avere paura di qualcosa è avvicinarsi di più, approfondirla e non vederla più come qualcosa di sconosciuto. Le occasioni di contatto con il mondo LGBTQ +  ad oggi sono aumentate anche grazie all’apertura mentale delle nuove generazioni che si fanno portavoce dei diritti di gran parte delle persone che ne fanno parte, ma anche da parte dei mass media. 

Sono state realizzate nel corso degli ultimi anni numerose serie tv che mostrano coppie omosessuali normalizzando quel tipo di relazione e questo ha, in qualche modo, esposto milioni di telespettatori alla normalità di tali relazioni. Non stiamo dicendo che film e serie tv possano vincere un pregiudizio così pericoloso e doloroso come quello che avvolge ancora purtroppo l’omosessualità, ma sono sicuramente utili poiché aumentano esposizione e contatto.

Omofobia in Italia: dati ancora allarmanti

In Italia l’omofobia non viene considerata un reato ma tuttavia si verificano ancora aggressioni, omicidi e suicidi legati a una mancata accettazione dell’omosessualità.

I dati mostrano che il numero verde d’emergenza dedicato alla tutela della comunità LGBT+, chiamato Gay Help Line (800713713), è stato chiamato oltre 21.000 volte nel 2022 per delle richieste d’aiuto. In più, secondo Omofobia.org, nell’ultimo anno si sono registrate 158 vittime.

L’Italia si trova al 34esimo posto su 49 nella classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani dell’uguaglianza delle persone LGBT+, una posizione decisamente poco favorevole.

La maggior parte delle persone colpite sono giovani e si trovano spesso abbandonate dalla famiglia e dagli amici a causa del loro orientamento sessuale, arrivando a vergognarsi per qualcosa che viene vissuta come una colpa, quando in realtà non lo è. Le discriminazioni avvengono in famiglia, a scuola e nel mondo del lavoro.

 

La giornata di oggi dovrebbe farci riflettere su quanta strada ancora c’è da fare per riuscire a svincolarci dagli stereotipi e i pregiudizi che permeano la società in cui viviamo, ma anche la nostra stessa esistenza. Solo quando ovunque nel mondo le persone smetteranno di essere arrestate, picchiate, oppresse per la loro identità di genere o per il loro orientamento sessuale, potremo dire di aver scritto un altro capitolo importante della storia dell’uomo, all’altezza di quello che è già stato scritto quel lontano 1970.

Alessia Barra

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