Oggi, 29 agosto, si celebra la Giornata internazionale contro i test nucleari. Vediamo la storia e le curiosità su questa ricorrenza così importante
Ogni anno, il 29 agosto si celebra la Giornata internazionale contro i test nucleari, istituita dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza globale sugli effetti devastanti delle esplosioni nucleari e per sollecitare la cessazione di questi esperimenti sugli armamenti. In questo contesto, esiste anche il Trattato per la completa proibizione degli esperimenti nucleari (CTBT), che impedisce qualsiasi tipo di esplosione nucleare, sia per fini militari che civili, in qualsiasi ambiente. Questo trattato è stato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996 ed è stato firmato e ratificato da 170 paesi. Tuttavia, il trattato non è ancora entrato in vigore, poiché, secondo l’articolo XIV, è necessaria la ratifica di 44 Stati specifici. Tra questi, cinque paesi – Cina, Egitto, Iran, Israele e Stati Uniti – non hanno ancora ratificato l’accordo, mentre tre nazioni – Corea del Nord, India e Pakistan – non lo hanno mai firmato. Si tratta di Stati che possiedono o aspirano a possedere un arsenale nucleare. Ufficialmente, dal 1996 i test nucleari tradizionali sono cessati, con l’eccezione di India, Pakistan e Corea del Nord. Tuttavia, continuano i cosiddetti test subcritici, che prevedono l’uso di materiali nucleari e potenzialmente di esplosivi ad alta potenza, ma che non provocano una reazione a catena nucleare. Ma vediamo tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questa giornata e della sua storia.
Storia della Giornata internazionale contro i test nucleari
Dal primo test nucleare, il famoso Trinity Test, avvenuto il 16 luglio 1945, sono state condotte oltre 2.000 esplosioni di prova nel corso degli anni. Nei primi anni di questi esperimenti, si è prestata poca attenzione agli effetti devastanti che avrebbero avuto sulla vita umana e ai pericoli derivanti dalle ricadute nucleari causate dai test atmosferici. Con il tempo e l’esperienza, abbiamo potuto osservare le conseguenze tragiche e terribili di questi esperimenti, soprattutto quando si verificano incidenti in condizioni controllate, e considerando l’esistenza attuale di armi nucleari ancora più potenti e distruttive.
Il 2 dicembre 2009, durante la sua 64esima sessione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 29 agosto Giornata internazionale contro i test nucleari, adottando all’unanimità la risoluzione 64/35. Questo documento invita ad aumentare la consapevolezza e l’istruzione sui devastanti effetti delle esplosioni nucleari, evidenziando l’urgenza di porre fine a tali test come passo verso un mondo libero da armi nucleari. La risoluzione è stata promossa dalla Repubblica del Kazakistan, insieme a numerosi sponsor, in ricordo della chiusura del sito di test nucleari di Semipalatinsk il 29 agosto 1991.
La prima commemorazione ufficiale della Giornata internazionale contro i test nucleari si è tenuta nel 2010, e da allora, ogni anno, la ricorrenza è stata celebrata con una serie di attività in tutto il mondo, tra cui simposi, conferenze, mostre, concorsi, pubblicazioni, lezioni, trasmissioni mediatiche e altre iniziative.
Da quando è stata istituita, molti sviluppi a livello governativo, sia bilaterali che multilaterali, insieme a movimenti della società civile, hanno contribuito a sostenere la causa del divieto dei test nucleari. Inoltre, l’Assemblea Generale, “convinta che il disarmo nucleare e l’eliminazione totale delle armi nucleari siano l’unica garanzia assoluta contro il loro uso o la minaccia di uso”, ha proclamato il 26 settembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari”, per promuovere questo obiettivo attraverso il coordinamento degli sforzi internazionali. La prima osservanza di questa giornata è avvenuta nel settembre 2014. La Giornata internazionale contro i test nucleari, insieme ad altre iniziative simili, ha creato un contesto globale che sostiene con determinazione un mondo privo di armi nucleari.
Il principale strumento internazionale per porre fine a tutte le forme di test nucleari è il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) del 1996, che purtroppo non è ancora entrato in vigore. Come riconosciuto dal Segretario Generale nel suo programma di disarmo “Garantire il nostro futuro comune“, lanciato il 24 maggio 2018, la norma contro i test nucleari rappresenta una misura cruciale per il disarmo e per la non proliferazione. Limitando lo sviluppo di nuovi tipi di armi nucleari avanzate, il CTBT pone un freno alla corsa agli armamenti e agisce come una forte barriera normativa contro i Paesi che potrebbero cercare di sviluppare o acquisire tali armi violando gli impegni presi in materia di non proliferazione.
È essenziale compiere ogni sforzo per assicurare l’entrata in vigore del CTBT e garantirne un ruolo centrale nell’architettura internazionale. A tal fine, il Segretario Generale esorta tutti gli Stati rimanenti, le cui ratifiche sono necessarie per l’entrata in vigore del trattato, a impegnarsi a firmarlo rapidamente, se non lo hanno già fatto, e ad accelerare il completamento dei loro processi di ratifica.
L’ONU auspica che un giorno tutte le armi nucleari siano eliminate. Fino ad allora, è fondamentale continuare a osservare la Giornata internazionale contro i test nucleari, mentre la comunità globale lavora per promuovere la pace e la sicurezza.
Quante sono le armi nucleari nel mondo?
Sebbene possano sembrare largamente ignorati, questi trattati internazionali, insieme al movimento popolare per il disarmo, hanno avuto nel tempo effetti positivi a livello globale: se nel 1970 esistevano circa 38.000 testate nucleari nel mondo, il numero era salito a oltre 69.000 nel 1986 a causa della corsa agli armamenti e della strategia della deterrenza. Tuttavia, nel 2011 i ricercatori stimavano che fossero scese a circa 20.500 (di cui un quarto operativo), mentre oggi si ritiene che siano intorno alle 13.000 unità.
Questo calo significativo è principalmente dovuto allo smantellamento delle testate da parte di Stati Uniti e Russia. Negli ultimi dieci anni, invece, il numero di testate possedute da Regno Unito, Francia e Israele è rimasto sostanzialmente stabile (rispettivamente 225, 290 e 80 unità). Al contrario, la Cina ha aumentato il proprio arsenale di circa un centinaio di testate nello stesso periodo, mentre India, Pakistan e Corea del Nord hanno anch’essi ampliato le loro capacità nucleari.
Nonostante la riduzione numerica, il potenziale distruttivo di queste armi rimane comunque enorme.
Ci sono armi nucleari in Italia?
Negli anni ’60 e ’70, l’Italia avviò progetti per sviluppare un programma nucleare militare, ma il mondo politico bloccò queste iniziative e nessuna arma nucleare venne mai prodotta. Con l’adesione al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) nel 1975, l’Italia abbandonò definitivamente ogni ambizione nucleare. Oggi, pur non possedendo armi nucleari, l’Italia partecipa al programma di “condivisione nucleare” della NATO, che prevede la presenza di testate nucleari sul suo territorio sotto il controllo degli Stati Uniti. Queste armi sono conservate in bunker sotterranei e possono essere utilizzate solo con l’autorizzazione americana, montandole su caccia a doppia capacità della NATO.