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Ambiente

Giornata Europea per la Raccolta dei Coperchi di Plastica, quel che bisogna sapere sull’iniziativa

Oggi, 5 luglio, si celebra la Giornata Europea per la Raccolta dei Coperchi di Plastica. Ecco tutte le curiosità e le informazioni su una ricorrenza così importante

Il 5 luglio si celebra la Giornata Europea per la Raccolta dei Coperchi di Plastica, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa giornata ha lo scopo di sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento da plastica. Anche se siamo a conoscenza dell’impatto negativo della plastica sull’ambiente, cambiare le abitudini rimane difficile. Numerose campagne mostrano gli effetti devastanti della plastica sulla vita marina, ma spesso non riescono a modificare i nostri comportamenti. Nel 2015, in risposta a questa emergenza, la Commissione Europea ha adottato un piano d’azione con un obiettivo chiaro: raggiungere lo sviluppo sostenibile entro il 2030, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Ma vediamo cosa c’è da sapere su questa giornata.

La pericolosità della plastica per il nostro pianeta e l’importanza del contributo di tutti

L’inquinamento da plastica è uno dei problemi ambientali più gravi e urgenti che il nostro Pianeta deve affrontare. Negli ultimi decenni, l’uso intensivo della plastica e la sua gestione inadeguata hanno causato un accumulo senza precedenti di rifiuti plastici a livello globale. Ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri oceani, suoli e aree urbane, provocando un impatto devastante sugli ecosistemi e sulla salute umana. Comprendere le cifre relative all’inquinamento da plastica è il primo passo per valutare la portata del problema. Da qui, possiamo cercare soluzioni innovative e pratiche per ridurre il nostro impatto e contribuire a un futuro più pulito e sostenibile.

Plastica in mare | Pixabay @AndriyNekrasov – iReporters

I numeri dell’inquinamento da plastica

Ogni anno, 23 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, nei fiumi e nei laghi, equiparabili al peso di 100.000 statue della Libertà. Senza interventi drastici, le stime indicano che questa quantità potrebbe triplicare entro il 2060.

Negli ultimi tre decenni, la produzione di plastica ha raggiunto livelli enormi, ma solo il 10% di tutti i rifiuti plastici viene attualmente riciclato. Il ritardo nell’implementare soluzioni efficaci nell’ambito dell’economia circolare ha portato a una presenza di 8 miliardi di tonnellate di rifiuti primari in plastica nell’acqua e nell’ambiente. Questi numeri equivalgono a una tonnellata per ogni persona sulla Terra.

Non tutta la plastica viene smaltita in mare o nell’ambiente. Circa il 12% delle oltre 400 milioni di tonnellate di plastica prodotte annualmente a livello mondiale viene incenerito. Tuttavia, questa non è una soluzione sostenibile. Ogni tonnellata di plastica bruciata rilascia più di due tonnellate di CO2 insieme a diossine e furani, sostanze altamente persistenti e tossiche per l’uomo, gli animali e l’ambiente, contribuendo così a un inquinamento cronico.

La pericolosità delle microplastiche

Si parla, inoltre, sempre più della pericolosità delle microplastiche. Una volta che entrano in mare, i rifiuti di plastica sono soggetti al degrado causato dalla luce solare, dal vento e dalle onde, frammentandosi in piccole particelle spesso inferiori al mezzo centimetro di dimensione. Queste microplastiche si diffondono in tutta la colonna d’acqua e sono state rinvenute in ogni parte del globo, dal Monte Everest, la vetta più alta, alla Fossa delle Marianne, l’abisso più profondo. Nel corso del tempo, le microplastiche si frammentano ulteriormente in pezzi sempre più minuscoli, e sono state scoperte anche nei sistemi idrici urbani che forniscono acqua potabile, oltre a essere presenti nell’aria.

La comunità scientifica non ha ancora determinato pienamente i loro danni effettivi. L’Organizzazione mondiale della sanità, nello studio sulle microplastiche nell’ambiente, ha dichiarato che sono necessari ulteriori dati per risolvere le “attuali incertezze” riguardo ai rischi per la salute associati all’esposizione alle microplastiche. Nonostante non siano state ancora identificate prove di un rischio ecologico critico derivante dall’inquinamento da microplastiche, è molto probabile che i rischi diventino significativi se l’inquinamento da plastica continua al ritmo attuale.

Se i futuri studi riveleranno un aumento significativo dell’inquinamento da plastica, sarà essenziale rivedere completamente l’attuale approccio alla riduzione del danno, attualmente guidato dall’economia circolare. Questo implica non limitarsi al riciclo, che comporta la reintroduzione di materiale inquinante nell’ambiente, ma richiede il coraggio di uscire dalle nostre zone di comfort, sviluppando soluzioni innovative per facilitare la transizione verso un’economia circolare della plastica ecologicamente neutra. Successivamente, sarà necessario ambire a un mondo senza più plastica monouso.

Quali tipi di plastica inquinano di più?

Diverse indagini hanno evidenziato che i sacchetti in polietilene (comunemente usati per la spesa) sono responsabili di gravi danni ambientali, seguiti dalle bottiglie di plastica. Ogni tipo di plastica si decompone in modi diversi e in tempi variabili. Ad esempio, un sacchetto per la spesa ha una durata media di soli 12 minuti ma impiega circa 500 anni per degradarsi completamente.

L’inquinamento da plastica ha conseguenze dirette sulla nostra alimentazione. Ogni anno, ingeriamo circa 250 grammi di plastica attraverso cibi solidi e liquidi. Le particelle plastiche entrano nel nostro corpo attraverso l’acqua potabile dal rubinetto e dalle bottiglie di plastica. Il sale e la birra sono tra gli alimenti più contaminati dalle microplastiche. Inoltre, le microplastiche derivanti dal deterioramento di manufatti entrano nella catena alimentare, e tracce di esse si trovano in quasi tutti i tipi di pesce, cozze e granchi.

Plastica | Pixabay @shih-wei – iReporters

Cosa può fare ogni singola persona per dare una mano? Ecco alcuni consigli da seguire.

Evitare la plastica usa e getta

Iniziamo da un aspetto basilare, ma cruciale, per preservare il nostro ecosistema: abbandonare l’uso di prodotti in plastica monouso. Ecco come fare:

  • Utilizzare sacchetti della spesa riutilizzabili, che siano di tessuto, tela o altri materiali.
  • Optare per bottiglie d’acqua riutilizzabili invece di quelle di plastica.
  • Evitare l’uso di cannucce, piatti, posate e bicchieri monouso in plastica, optando, invece, per quelli realizzati con materiali alternativi come carta, vetro o acciaio inossidabile.

Riciclare

È fondamentale separare correttamente i materiali riciclabili. Ciò che non viene adeguatamente separato o non è riciclabile ha molte probabilità di finire per inquinare i nostri oceani. Per essere sicuri di fare la cosa giusta, un consiglio è quello di seguire le indicazioni del proprio comune per la raccolta differenziata. Se si ha necessità di utilizzare prodotti in plastica, è bene scegliere quelli riciclabili e realizzati con materiali riciclati quando possibile.

Aumentare la consapevolezza nelle altre persone

Una volta integrate queste nuove abitudini, è bene prendersi l’impegno di educare i propri amici e familiari, incoraggiandoli a fare lo stesso. Se tutti collaborassero per ridurre il consumo di plastica e adottare alternative sostenibili, non si arriverebbe certo alla soluzione del problema, ma sarebbe un ottimo inizio per migliorare la salute del nostro pianeta.

Federico Liberi

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