Giornata delle api, ecco perché è una ricorrenza importante

La giornata di oggi è stata fortemente voluta dalla Slovenia e istituita ufficialmente nel 2018 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli insetti impollinatori, tra cui le api

Ad oggi sta avvenendo un’estinzione silenziosa che sta mettendo a rischio la biodiversità globale e la nostra capacità di produrre cibo in maniera naturale: stiamo parlando delle api e, più in generale, degli insetti impollinatori.

Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, un’occasione per ricordare l’importanza di api, vespe, farfalle, falene e coleotteri: queste oltre 20.000 specie garantiscono l’impollinazione, un servizio indispensabile da cui dipende quasi il 90% delle piante selvatiche con fiori e l’80% delle piante che producono cibo e altri prodotti per il consumo umano.

Giornata delle api, cosa si potrebbe fare per evitare la loro estinzione?

L’obiettivo della Giornata Mondiale delle Api è rafforzare le misure volte a proteggere le api e altri impollinatori, che contribuirebbero in modo significativo a risolvere i problemi legati all’approvvigionamento alimentare globale e ad eliminare la fame nei paesi in via di sviluppo.

Questo “servizio” rappresenta il 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico annuo stimato in oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa.

Giornata mondiale delle api, come salvarle dall'estinzione
Giornata mondiale delle api, come salvarle dall’estinzione – Wikimedia Commons @Louise Docker – Ireporters.it

 

Tuttavia, più del 40% di queste specie è a rischio di estinzione a livello globale, in particolare le api selvatiche e le farfalle: un recente studio condotto nel Regno Unito ha documentato un calo di quasi il 60% nel numero di insetti alati dal 2004, analizzando gli impatti con i parabrezza delle auto.

In Germania, l’abbondanza degli insetti è diminuita del 78% tra il 2008 e il 2017. A livello globale, il Living Planet Index per le farfalle ha mostrato un calo medio del 49% nell’abbondanza delle popolazioni monitorate dal 1990 al 2017.

Cosa si può fare? Individualmente:

  • piantare un insieme diversificato di piante autoctone, che fioriscono in diversi periodi dell’anno;
  • acquistare miele grezzo dagli agricoltori locali;
  • acquistare prodotti provenienti da pratiche agricole sostenibili;
  • evitare pesticidi, fungicidi o erbicidi nei nostri giardini;
  • proteggere le colonie di api selvatiche quando possibile;
  • sponsorizzare un alveare;
  • realizzare una fontana per le api lasciando una ciotola d’acqua all’esterno;
  • aiutare a sostenere gli ecosistemi forestali;
  • aumentare la consapevolezza intorno a noi condividendo queste informazioni all’interno delle nostre comunità e reti; Il declino delle api riguarda tutti noi.

Come apicoltori o agricoltori:

  • ridurre o modificare l’uso dei pesticidi; diversificare il più possibile le colture e/o piantare colture attraenti intorno al campo;
  • creazione di siepi.

Infine come governi e decisori:

  • rafforzare la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali, in particolare quella delle popolazioni indigene, che conoscono e rispettano gli ecosistemi e la biodiversità;
  • applicare misure strategiche, compresi incentivi monetari per favorire il cambiamento;
  • aumentare la collaborazione tra organizzazioni nazionali e internazionali, organizzazioni e reti accademiche e di ricerca per monitorare e valutare i servizi di impollinazione.

Per rispondere in maniera concreta a questo declino, il WWF promuove il progetto Diamo una casa alle api, realizzato grazie alla campagna di raccolta fondi sulla piattaforma ForFunding di Intesa Sanpaolo: l’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza degli impollinatori e il loro valore per il nostro capitale naturale, dalla produzione di cibo al contributo alle economie.

Il progetto prevede azioni concrete: in 20 Oasi WWF su tutto il territorio nazionale (da Valmanera in Piemonte a Torre Salsa in Sicilia, passando per Angitola in Calabria, Ghirardi in Emilia, Serranella in Abruzzo e Valpredina in Lombardia) sono state create aree per facilitare la vita di questi preziosi insetti.

Ogni Oasi è stata arricchita con piante nettarifere e pollinifere per l’alimentazione degli impollinatori, oltre a “bee hotel”, rifugi per api e altri insetti che possono ospitare singoli impollinatori o intere colonie. Inoltre, sono stati installati cartelli illustrativi per sensibilizzare i visitatori sull’importanza di queste specie.

Ma tutto questo non basta: è indispensabile mettere al bando i pesticidi più nocivi per gli insetti impollinatori, lasciare più spazio alla biodiversità negli ambienti agricoli e contrastare il cambiamento climatico. Il WWF intende partecipare a iniziative organizzate in diverse parti d’Italia per affrontare queste sfide.