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Dal mondo

Giappone, in progettazione un nastro trasportatore di 500 km: che fine faranno i camion?

È tutto in una fase embrionale, ma in questi cinque mesi il paese del Sol Levante ha cercato di studiare il progetto, individuarne le problematiche e la fase di sviluppo

Il Giappone, si sa, è un paese tecnologicamente all’avanguardia. Qualche giorno fa, come riporta il Corriere della Sera, il Ministero del territorio, delle infrastrutture, dei trasporti e del turismo ha annunciato che il governo, presieduto dal premier Fumio Kishida, sta lavorando da febbraio a un piano rivoluzionario per quanto riguarda i trasporti e la distribuzione delle merci. Naturalmente è tutto in una fase embrionale, ma in questi cinque mesi il Giappone ha cercato di studiare il progetto, individuarne le problematiche e la fase di sviluppo. Il paese del Sol Levante crede molto a quanto sta ideando in queste settimane e, infatti, inizia a chiedere il sostegno di aziende private.

Camion in autostrada | pixabay @Schwoaze

Ma di cosa si tratta esattamente? ​L’idea di base è sviluppare una rete di centinaia di chilometri di nastri trasportatori che mettano in consegna milioni di tonnellate di merce tra Tokyo e Osaka. Permettere di sostituire l’equivalente di 25mila camion al giorno. Ed ecco, quindi, spiegato il primo step del progetto. È, come si può ben intuire, qualcosa di veramente straordinario. Invece, il secondo step, sempre come riporta il Corriere della Sera, prevede di collegare tutte le zone all’interno del distretto della capitale nipponica e il resto del paese. I dettagli devono ancora essere definiti, ma è certo che la gestione autonoma senza intervento umano e l’assenza di scarichi debbano essere un punto fermo.

Nastro trasportatore o tunnel?

In Giappone stanno cercando di capire se questo progetto è fattibile. E vogliono anche studiare bene se è meglio fare un nastro trasportatore o un tunnel. Che sarebbero in ogni caso enormi, visto che dovrebbero coprire la distanza di 500 chilometri tra le due città, correndo di fianco alle principali autostrade e superstrade o addirittura tra le corsie. Stiamo attenti ai prezzi: scavare tunnel sotto la carreggiata costerebbe l’astronomica cifra di 23 miliardi di dollari (21,20 miliardi di euro). C’è un piano B: il progetto potrebbe prevedere sullo stesso percorso binari sui quali si muoverebbero carrelli elettrici automatizzati caricati con pallet che verrebbero gestiti lungo banchine realizzate a bordo strada.

Più consegne, meno addetti

Se sarà davvero costruito, questo nastro trasportatore di 500 chilometri rivoluzionerà, anzi stravolgerà, la distribuzione su gomma tra gli hub e le metropoli del paese per ridurre ai minimi termini il traffico e l’inquinamento da traffico. Altra cosa: secondo un recente studio del Nomura Research Institute, il numero di autisti per le consegne in Giappone è destinato a crollare mettendo in crisi il sistema anche e soprattutto a causa del brusco collasso demografico che creerà gravi pressioni sulla manodopera anche in altri settori nei prossimi anni. Gli addetti erano 660mila nel 2020 e saranno solo 480mila prima del 2030, nonostante il continuo aumento degli acquisti online. Potrebbe, quindi, mancare il personale ed ecco allora la necessità di portare avanti questo progetto.

Camion in autostrada | pixabay @StockSnap

L’obiettivo è che sia tutto fatto entro 10 anni, entro il 2034. passeranno dieci anni. Un solo dubbio: se per quella data i veicoli elettrici a guida autonoma fossero già mezzi sicuri e di uso comune e non servisse pagare la costosissima immaginifica infrastruttura? Il governo giapponese ha già fatto la sua scommessa. Da vedere se la vincerà.

Salvatore Riggio

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