Gara da 244 mila euro per restaurare il Real sito Carditello. Invitalia apre alle offerte fino al 22 novembre 2019.
Ammonta a circa 244 mila euro la gara d’appalto per i lavori di restauro dei corpi posteriori del Real sito di Carditello, in provincia di Caserta. Si tratta di quelle aree della tenuta che non sono mai state oggetto di interventi di restauro. A bandire la gara è Invitalia che in qualità di Centrale di Committenza per il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Fondazione Real Sito Carditello, ha pubblicato la procedura di gara per affidare i servizi di progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di restauro dei corpi posteriori della tenuta Borbonica. Il Real Sito è composto da una palazzina centrale sormontata da un loggiato e da un belvedere, affiancata da altri edifici di servizio, e da un ampio galoppatoio ellittico, delimitato da due fontane con obelischi e con un tempietto circolare nel mezzo. Tutta la documentazione di gara è consultabile sulla piattaforma Gare e Appalti di Invitalia. Per presentare le offerte c’è tempo fino al 22 novembre 2019.
Le opere oggetto di progettazione dovranno consentire di potenziare l’accessibilità dei luoghi e la fruizione delle aree esterne, di migliorare il consolidamento della struttura e il suo adeguamento funzionale. Il documento di indirizzo alla progettazione prevede, inoltre, interventi di restauro delle pavimentazioni, delle superfici decorate e delle scale oltre che il rifacimento degli impianti e la realizzazione dei servizi igienici. Invitalia ha già curato la procedura di gara per l’affidamento dei lavori – attualmente in corso – di restauro conservativo e di valorizzazione del Real sito di Carditello.
Quando iniziarono i lavori, nel 1744, l’area era completamente ricoperta di piante di cardi: fu per questa ragione che la Reale Tenuta prese il nome di Carditello. Tra il 1745 e il 1815, Carlo III di Borbone acquistò diversi terreni per avviare un allevamento di cavalli, facendo della tenuta una proprietà di circa 2000 ettari. Più tardi, Ferdinando II introdusse mandrie di vacche e bufali facendo della tenuta una sorta di laboratorio per la lavorazione di prodotti caseari. Nel 1784, Ferdinando IV (poi Ferdinando I Re delle due Sicilie), affidò a Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, la costruzione del sito: un complesso di edifici da adibire alle attività agricole e all’allevamento che, però, fosse degna del Real proprietario.
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