Gaetti a Caserta, il caso Di Meo da 25 anni

Domani a Caserta, per parlare di testimoni di giustizia, ci sarà il sottosegretario all’Interno, Luigi Gaetti. Augusto Di Meo, è stato testimone oculare dell’omicidio di don Giuseppe Diana, avvenuto per mano camorristica il 19 marzo del 1994. Vide il killer e andò subito a denunciarlo e da 25 anni aspetta di essere riconosciuto testimone di giustizia.

Da 25 anni in attesa dello status di testimone di giustizia

Quando testimoniò, la legge non c’era ancora. Quando ha chiesto aiuto allo Stato gli è stato detto che era troppo tardi. E’ il paradossale caso di Augusto di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Giuseppe Diana ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 a Casal di Principe. Era lì quella mattina e quando fu chiamato dall’allora pm Federico Cafiero De Raho oggi Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, scelse la via della denuncia e da 25 anni aspetta di essere riconosciuto testimone di giustizia.

Il ‘caso Di Meo’

Il problema è che quello status di testimone di giustizia, dinanzi alla legge, Di Meo non potrà mai averlo ma la questione non può essere archiviata. La sconfitta più cocente è della politica e della sua coerenza, intrecciata con i valori del giusto e dell’etico. E allora sarebbe necessaria una norma ad hoc per il caso Di Meo, in grado di restituire credibilità agli stessi rappresentanti delle istituzioni politiche e non, che chiedono il contributo dei cittadini per le denunce.

C’è bisogno di un atto di coraggio da parte della politica che deve scegliere da che parte stare. A dicembre, il ministro dell’Interno Matteo Salvini parlando a seguito dell’omicidio di Bruzzese a Pesaro, disse “Chi ci dà una mano per combattere mafia, camorra e ndrangheta deve avere lo Stato dalla sua parte”.

Di Meo, nel 1994, aveva 34 anni ed un laboratorio fotografico significativamente avviato. Quella testimonianza, ritenuta fondamentale dalla Dda di Napoli per la condanna l’autore dell’omicidio così come confermato anche dalla Cassazione del 2004, gli ha cambiato la vita. Non potendo continuare a vivere serenamente nel luogo dove era nato, a causa delle numerose intimidazioni fu costretto a lasciare la sua attività ed il suo paese per trasferirsi in Umbria, a proprie spese. Voleva proteggere la propria famiglia e lasciarsi tutto alle spalle ma anche lì incontrò facce nemiche. Da quell’esilio forzato è poi tornato. Dopo aver dato una mano allo Stato ha patito sofferenze, si è ammalato ma non ha mai cambiato strada. Racconta la sua esperienza a chiunque gliela chiede, incontra scout, volontari e studenti concludendo sempre il suo intervento con l’invito alla denuncia. Il caso Di Meo non riguarda solo lui ma la condizione stessa dei testimoni di giustizia, riconosciuti e non. E non può nemmeno essere confinato alla provincia di Caserta e i motivi non vanno neppure spiegati, vista la cronaca quotidiana che arriva da diverse parti di Italia.

Il sottosegretario Luigi Gaetti a Caserta per testimoni e vittime

Il sottosegretario all’Interno Luigi Gaetti domani sarà a Caserta. Di mattina sarà relatore in un convegno in Camera di Commercio ma di pomeriggio prenderà parte ad una serie di tavoli tecnici i Prefettura, per specificare lo stato dell’arte nella tutela dei testimoni di giustizia e delle vittime di mafia. Si parlerà del caso Di Meo? In occasione del 25esimo anniversario dell’uccisione di don Diana, spartiacque anche nella vita del testimone, la politica avrà il coraggio di andare oltre le parole, le buone intenzioni e i livelli burocratici per schierarsi accanto ad un cittadino qualunque che non si è girato dall’altra parte, facendo più del dovuto?

Taglione: non può essere occasione persa

In attesa di una presa di posizione che chiaramente non può venire solo da Gaetti ma da un interno Governo, ci sono anche i familiari delle vittime innocenti di camorra. Molti dei quali insieme a Di Meo, hanno chiesto un incontro al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministro Salvini, al ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, mai concesso. Le associazioni come Comitato don Peppe Diana, Libera e Coordinamento dei familiari delle vittime insieme al Comune di Casal di Principe, hanno chiesto l’intervento di apparati politici ed istituzionali. A dicembre le problematiche furono sottoposte anche al presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra.

Ci fa piacere – dice Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Diana- che il sottosegretario Gaetti venga a Caserta per occuparsi di questioni importanti ma temiamo che possa essere un’altra occasione persa visto che non sono stati coinvolti quegli interlocutori che quotidianamente toccano con mano le sofferenze delle vittime e dei testimoni. Spesso i funzionari non si accorgono che rigettando le istanze calpestano di fatto i diritti e le persone che hanno a lungo patito. Attenzione a non perdere la partita con la credibilità delle istituzioni che non possono mostrarsi solo con la faccia cattiva”.

 

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