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Fotografi di cerimonie lanciano allarme per la categoria e chiedono aiuto

Della vicenda hanno già interessato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, stamattina si sono rivolti a Stefano Caldoro e sulla sorte dei fotografi di cerimonie in grande difficoltà, anche il consigliere Zinzi

“La nostra categoria è stata dimenticata ed abbandonata”. Il grido d’allarme ed un appello alle istituzioni, arriva dai fotografi di cerimonie che a causa delle misure restrittive dell’emergenza Covid-19, hanno perso la maggior parte dei loro guadagni. La categoria, in crisi, aveva già inviato una lettera al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca per mettere in chiaro tutte le difficoltà.

In ginocchio per i mancati guadagni, vista l’impossibilità di organizzare cerimonie come matrimoni, battesimi e comunioni, stamattina una numerosa delegazione di gestori di laboratori fotografici e video-maker è stata ricevuta da Stefano Caldoro. Le problematiche sono state sviscerate una ad una e Caldoro ha assicurato un suo intervento per arrivare ad una soluzione. “Ne parlerà con il presidente De Luca e ha ben compreso quale sia la nostra condizione, visto che avendo inserito una limitazione con il codice Ateco siamo stati esclusi anche da eventuali benefici”, dicono alcuni di loro. In Campania questo comparto muove circa 400 milioni di euro, e ogni fotografo che si occupa di cerimonie si avvale della collaborazione di almeno tre o quattro persone (dronista, assistenti vari, tecnici, etc.). Nella delegazione dei fotografi anche Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana e storico operatore dei fatti di cronaca dell’ultimo trentennio in una parte della provincia di Caserta.

“Dopo essere stati esclusi -salvo che per la forma individuale- dai sussidi governativi previsti solo per quelle attività esplicitate nei vari DPCM succedutisi all’inizio dell’emergenza oggettivata, questi professionisti si sono visti escludere anche dai provvedimenti previsti dal cosiddetto Piano per l’emergenza socio-economica della Regione Campania”, così anche il consigliere regionale Gianpiero Zinzi che ha formalmente chiesto “l’inserimento delle attività professionali di cui ai codici ATECO nn.74.20 e 47.78 tra quelle aventi diritto al bonus una tantum a fondo perduto decretato in favore delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi, previsto dal Piano Regionale sopra richiamato e, in subordine, l’erogazione di un sussidio mensile straordinario fino alla fine dell’emergenza”.

 

redazione

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