Le fake news possono fare parecchi danni, ecco come riconoscerle e quali sono i Paesi che ci riescono meno
La disinformazione è un serio problema di questo momento storico.
Infatti, con l’arrivo dei contenuti AI based si sono toccati nuovi livelli di fake news e disinformazione. All’improvviso volti noti del mondo politico o dello spettacolo sono stati utilizzati per creare delle immagini false con la finalità di comprometterne la credibilità e questo è un chiaro segnale che il fenomeno delle fake news sta sfuggendo di mano grazie agli nuovi strumenti che esistono per produrle.
Purtroppo, riconoscere un’immagine AI based falsa è piuttosto complicato, specialmente se sono stati utilizzati programmi sofisticati e se dietro ci sono persone competenti che quei programmi li sanno usare eccome, anche se con finalità sufficientemente disdicevoli.
Nel nostro piccolo, però, possiamo riconoscere altre tipologie di fake news ovvero delle informazioni manipolate in modo deliberato allo scopo di ingannarci, che spesso circolano sui social media o sui giornali.
Ci sono diversi modi per riconoscere una notizia falsa quando ci imbattiamo in lei. Per farlo però bisogna innanzitutto essere consapevoli che prima di condividere un articolo o un post dovremmo sempre leggerlo attentamente e accertarci del suo contenuto, a prescindere da quanto riteniamo affidabile la fonte che lo ha divulgato: dobbiamo sempre essere giudici di ciò che leggiamo e porci in modo critico alle informazioni che colgono la nostra attenzione.
Dopo aver letto e controllato il contenuto, aver letto quali sono le fonti e aver riconosciuti quelli che sono i dati oggettivi e ciò che appartiene al parere di opinionisti o di chi ha scritto l’articolo, arriva il momento di controllare l’organo di stampa. Se stiamo leggendo un giornale online, ad esempio, è utile andare nella sezione “Chi siamo” della testata online e capire con chi abbiamo a che fare.
Poi viene il turno dell’autore: se l’articolo non firmato “Redazione” ma con il nome e cognome di un membro della redazione, allora è il caso di scoprire di più su di lui o su di lei. Spesso si tratta di un nome fittizio e questo non farà altro che accreditare l’ipotesi che vi troviate davanti ad una fake news.
Controllare le immagini è un altro buon metodo per smascherare una fake news, anche se non sempre.
Attraverso il plugin InVid project potrete scoprire se le immagini all’interno del testo sono state realizzate con intelligenza artificiale, mentre con una semplice ricerca per Immagini su Google potrete verificare se le immagini inserite sono state prese da altre fonti online, se sono datate o se addirittura appartengono a degli stock di immagini free credit ecc.
Chi dice che i social non sono una buona fonte di informazione probabilmente non fa un buon uso dei social.
Infatti, ad oggi esistono numerosi profili Instagram incentrati nel fare informazione nel modo corretto, alcuni addirittura appartengono a testate giornalistiche ufficiali e si limitano a riportare un riassunto delle principali notizie dal mondo.
In poche parole, non è lo strumento il problema o la piattaforma, ma la capacità di discernere tra una fonte autorevole presente sulle varie piattaforme, da fonti che non lo sono.
Basare l’autorevolezza di una fonte dal numero di follower di chi l’ha divulgata non è un metodo utile, ma sarebbe anacronistico pensare che il primo strumento di informazione ad oggi non siano i social o internet stesso.
Partiamo dal presupposto che diffondere fake news è a tutti gli effetti un reato.
Perciò quando parliamo di gruppi editoriali o giornalistici di un certo calibro, è nel loro interesse cercare di divulgare solo notizie verificate e non contribuire a creare disinformazione.
Tuttavia, un fatto può essere osservato da diversi punti di vista, e può capitare che un giornale, per esempio, venga accusato di parteggiare per un certo pensiero politico e di riportare una notizia guardandola ed esponendola di conseguenza.
Ecco perchè, quando leggiamo una notizia, dovremmo sempre cercare di informarci il più possibile su questa, leggendo diversi pareri e ricorrendo a diverse fonti per avere più punti di vista rispetto alla stessa questione per poter elaborare un nostro parere.
Stando ai risultati raccolti dall’OCSE, ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, condotto su diversi Paesi del mondo è risultato che i migliori a rilevare l’odore di fake news sono i finlandesi. A seguire abbiamo il Regno Unito, la Norvegia, l’Irlanda, il Lussemburgo, la Spagna e il Giappone.
Germania, Italia e Australia fungono da spartiacque, ovvero si aggirano attorno a dei punteggi medi non particolarmente positivi né negativi.
Agli ultimi posti invece si posizionano Brasile, Colombia e sorprendentemente la Svizzera seguita da Francia, Usa, Paesi Bassi, Polonia, Messico, Belgio e Portogallo.
Sempre da queso importante report condotto su scala internazionale è emerso che le fake news a sfondo satirico sono le più facili da smascherare, mentre è più difficile riconoscere fake news relative alla propaganda o alla disinformazione mirata.
Le fake news nel futuro prossimo diventeranno sempre più numerose, ben scritte, ben realizzate e sempre più difficili da smascherare. Ma difficile non vuol dire impossibile, basta solo trovare il modo di fare crollare il castello di carte su cui si basano, fondato su ignoranza e la poca voglia di scavare in profondità di ciò che accade.
Combattute queste fondamenta, l’intero castello cade e finalmente è possibile guardare oltre alla fake news e riconoscerla come tale.
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