Alessandra Tommasino
Indagati per aver consentito l’utilizzo del palazzetto dello Sport di Orta di Atella il viceprefetto Vincenzo Lubrano, il sindaco Andrea Villano e l’ex sindaco Giuseppe Mozzillo.
Indagati il viceprefetto Vincenzo Lubrano, il sindaco Andrea Villano e l’ex sindaco Giuseppe Mozzillo per aver consentito l’ utilizzo del palazzetto dello Sport in assenza di condizioni atte a garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone.
L’indagine, coordinata dalla Procura Napoli nord, ha coinvolto anche la consigliera comunale Caterina Sorvillo, delegata allo sport, nonché Mariagrazia Capasso, Antonio Orefice, Alberto Petillo, Francesco Cesaro e Tammaro Esposito, rappresentanti delle associazioni sportive che hanno utilizzato impropriamente la struttura.
Il palazzetto di Orta di Atella era stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, dopo che era stata riscontrata la violazione dei sigilli, seguita alla chiusura disposta cinque mesi prima successivamente ad una violenta rissa scatenatasi nel corso di una partita di calcio a cinque.
Se non fosse stato per quell’episodio di inaudita violenza che aveva attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, probabilmente si sarebbe andati avanti come sempre fatto. Senza certificato di prevenzione incendi, con impianto idrico ed antincendio non funzionante, uscite di sicurezza bloccate, servizi igienici in condizioni carenti, il palazzetto doveva essere precluso ad ogni attività sportiva, ma nel tempo si è consentito che si continuasse ad utilizzarlo. E’ accaduto durante gli anni di amministrazione di Giuseppe Mozzillo, continuando fino alla gestione del sindaco eletto un anno fa Andrea Villano, passando per la gestione commissariale del viceprefetto Lubrano che ha amministrato l’ente per un anno, dal giugno 2017 al giugno 2018. La struttura doveva essere chiusa, ma “zitto io, zitto tu”, come spesso funziona nel nostro territorio, le associazioni sportive continuavano ad usarla.
Il 20 marzo scorso però i carabinieri della locale stazione avevano avvisato il tecnico comunale Raffaele Villano dell’utilizzo della struttura. Villano ha raccontato agli inquirenti di aver sostituito il lucchetto del cancello d’ingresso, ma quando il giorno 8 aprile era stato avvisato dai vigili urbani di un sopralluogo da parte della polizia, si era recato sul posto ed in quell’occasione avrebbe trovato un lucchetto diverso da quello fatto mettere da lui. Un lucchetto a lui sconosciuto che tuttavia riusciva ad aprire con una delle vecchie chiavi in possesso dell’ufficio.
Le associazioni sportive con il sequestro della struttura hanno dovuto rinunciare a gare ed allenamenti. La presidente della Polisportiva atellana, Capasso, aveva lanciato un grido d’allarme. “Con lo sport, negli anni, abbiamo tolto dalla strada tanti ragazzi, siamo riusciti a raggiungere livelli altissimi con la squadra di pallamano arrivata in serie A e adesso cosa resterà?”. Capasso che oggi è indagata, insieme agli altri rappresentanti delle associazioni, per aver continuato ad utilizzare la struttura, alla notizia del sequestro, affermò: “Ma quali sigilli forzati, al Comune ci hanno dato le chiavi!”.
In un territorio già segnato dalle inchieste sul cemento e sull’assenteismo, questa ennesima indagine mette in rilievo la presenza, negli anni, di istituzioni che nella migliore delle ipotesi sono state distratte. A destare inevitabile clamore è l’iscrizione nel registro degli indagati del viceprefetto Lubrano che, secondo gli inquirenti, non avrebbe posto fine alla pratica illegale avviata negli anni precedenti al suo insediamento.
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