Durissimo affondo del consigliere regionale 5S Vincenzo Viglione sull’emergenza rifiuti. “Siamo ritornati all’era catastrofica di Bassolino”, afferma.
Il consigliere regionale del M5S Vincenzo Viglione punta il dito contro le soluzioni scelte per far fronte all’emergenza rifiuti che verrà a crearsi con lo stop del termovalorizzatore di Acerra.
“A tre anni dal varo della legge rifiuti e del relativo piano a firma di De Luca e della sua maggioranza in Consiglio regionale, per individuare una soluzione tampone all’annunciata emergenza per la chiusura temporanea dell’inceneritore di Acerra, siamo dovuti tornare indietro di 20 anni e ricorrere agli espedienti catastrofici individuati in era Bassolino e di cui ancora paghiamo le conseguenze”, così Viglione che aggiunge: “Siamo tornati ai trasferimenti fuori regione, con prezzi lievitati fino a 200 euro a tonnellata a spese dei cittadini della Campania, dopo un numero imprecisato di gare andate a vuoto. Soprattutto, torneremo a produrre ecoballe, aggiungendo 42mila tonnellate di rifiuti da stoccare ai circa 5 milioni di ecoballe che portiamo in eredità”.
Nell’affrettarsi a dire che per le nuove ecoballe è da escludere un rischio stoccaggio in tempi superiori ai 90 giorni previsti per legge, l’assessore Bonavitacola e il suo capo De Luca ci spieghino quali garanzie danno a supporto di questa convinzione, tenuto conto che le vecchie ecoballe, stoccate quasi un quarto di secolo fa e che, negli annunci di De Luca e dell’allora premier Renzi, dovevano essere già da tempo un ricordo, ancora giacciono in bella mostra nella nostra regione”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione.
“Approvata nel 2016 – ricorda Viglione – la legge regionale sui rifiuti ha già subito 4 modifiche senza produrre alcun effetto.
Non c’è stata alcuna riduzione dei rifiuti a monte, come ci si sarebbe aspettati in questi primi tre anni. Non è decollata la differenziata, non è stato prodotto alcun provvedimento nella direzione di un’economia circolare, né si trova traccia di alcun sito di compostaggio, pur previsto da quella norma. E’ bastata una crisi annunciata di appena 40 giorni, tra l’altro già prevista da due anni, per certificare una volta per tutte il flop di legge e piano De Luca. Provvedimenti che, nell’interesse dei cittadini e della nostra terra, vanno rimessi in discussione al più resto, ascoltando questa volta anche le voci di chi da anni si batte al fianco dei cittadini della Campania”.
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