Era ai domiciliari a Frosinone ma incontrava uomini del clan, in villa. E’ quanto è stato accertato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, congiuntamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, a seguito di specifiche investigazioni coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Frosinone, Rossella Ricca. A tornare dietro le sbarre mettendo fine ad una detenzione di lusso trascorsa nella villa di Boville Ernica è Elvira Zagaria, sorella del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, oggi all’ergastolo.
Reclusa presso la casa circondariale di Messina, a seguito di specifica istanza il 31 maggio dello scorso anno ottenne la concessione della misura cautelare meno afflittiva degli arresti domiciliari stabilendosi a Boville Ernica. Prolungate ed articolate indagini hanno accertato che Elvira Zagaria, approfittando di un’uscita secondaria presente nella villa riceveva visite all’interno dell’abitazione di uomini legati al clan. E’ stata infatti documentata in una circostanza la presenza nell’immobile di un altro affiliato al medesimo clan, proveniente dal Casertano e gravato da specifici pregiudizi di polizia in materia di associazione di stampo mafioso. L’operazione si è svolta con il supporto di un elicottero del Reparto Volo della Polizia di Stato giunto da Pratica di Mare e di unità cinofile “cercavaluta” della Guardia di Finanza.
Elvira Zagaria, secondo gli investigatori era divenuta a seguito dell’arresto del fratello e del marito Francesco Zagaria alias Ciccio a benzina, figura di spicco del sodalizio criminale. Gravata da numerosi precedenti, nel 2015 era stata tratta in arresto unitamente ad altri esponenti dell’omonimo clan per il reato di associazione di stampo mafioso, in quanto coinvolta nell’operazione che ha consentito di far luce sulle infiltrazioni del clan Zagaria anche nella gestione degli appalti ospedalieri di Caserta, operazione culminata con l’emissione di ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 24 soggetti e con sequestri di beni per milioni di euro. Il 28 marzo 2019 la Zagaria era stata condannata con sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 7 di reclusione per il reato di associazione di stampo mafioso.
La Zagaria pensando di eludere i domiciliari potrebbe aver approfittato di quell’uscita secondaria anche per allontanarsi dall’abitazione o per incontrare messaggeri della camorra e continuare così a gestire gli affari del clan di Casapesenna. Sarà compito degli inquirenti accertare ogni singola occasione. Intanto, l’operazione dimostra l’attenzione ancora accesa sugli affari del sodalizio.
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